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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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<strong>Il</strong> <strong>Corano</strong> e <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong><br />

integrità verso Ierubbaal e <strong>la</strong> sua casa, godetevi Abimelec e<br />

Abimelec si goda voi! Se no, esca da Abimelec un fuoco, che<br />

divori i Sichemiti e <strong>la</strong> casa di Millo; ed esca dai Sichemiti e<br />

dal<strong>la</strong> casa di Millo un fuoco, che divori Abimelec!” Poi Iotam<br />

corse via, fuggì a Beer, e rimase lì per paura di Abimelec, suo<br />

fratello. Giudici 9:7-21<br />

Nello stesso capitolo 9, veniamo a sapere che tre anni più tardi<br />

Abimelec fece uccidere di spada gli uomini di Sichem, poi “spianò <strong>la</strong><br />

città e vi sparse sopra del sale”. Passarono alcuni giorni e Abimelec<br />

stesso fu ucciso da una donna che <strong>la</strong>nciò sul<strong>la</strong> sua testa un pezzo<br />

di macina di mulino (Giudici 9:45-57).<br />

Poniamoci <strong>la</strong> domanda: questo racconto è una favo<strong>la</strong> nel senso<br />

di “<strong>storia</strong> diventata favo<strong>la</strong>”?<br />

<strong>Il</strong> vocabo<strong>la</strong>rio Zingarelli definisce così <strong>la</strong> favo<strong>la</strong>:<br />

a) Breve narrazione in prosa o in versi, di intento morale;<br />

b) racconto popo<strong>la</strong>re di argomento fantastico, con personaggi<br />

immaginari.<br />

Evidentemente <strong>la</strong> favo<strong>la</strong> proposta da Iotam contiene un<br />

insegnamento morale. È dunque proprio una favo<strong>la</strong> grazie al<strong>la</strong><br />

prima definizione. Ma questo racconto non è “<strong>storia</strong> diventata<br />

favo<strong>la</strong>”. La favo<strong>la</strong> è inclusa nel racconto, ma resta distinta dal<strong>la</strong><br />

<strong>storia</strong> propriamente detta.<br />

Quando il dott. Bucaille si serve del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “favo<strong>la</strong>” citando E.<br />

Jacobs e paragonando <strong>la</strong> Torà-Antico Testamento al<strong>la</strong> Canzone di<br />

Ro<strong>la</strong>ndo, dà al<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> “favo<strong>la</strong>” <strong>la</strong> seconda definizione. Afferma<br />

che questi racconti non hanno praticamente nessun valore<br />

storico. Ma se egli può <strong>la</strong>nciare simili affermazioni è grazie al<br />

fatto che in Europa ci sono pochi lettori così familiarizzati con <strong>la</strong><br />

<strong>Bibbia</strong> da poter rifiutare le sue argomentazioni. Nel racconto che<br />

esaminiamo è chiaro che Iotam, il figlio superstite, si serve del<strong>la</strong><br />

parabo<strong>la</strong> per dichiarare che coloro che hanno sterminato i suoi<br />

fratelli, si stermineranno essi stessi. Paragonare ciò che è “favo<strong>la</strong>”<br />

in questo racconto ad un “mito” è un errore grosso<strong>la</strong>no.<br />

La veridicità di questo racconto è stata confermata<br />

dall’archeologia. Ecco ciò che scriveva nel 1968, il dott. Siegfried H.<br />

Horn, professore di Archeologia all’Andrews University, a Berrien<br />

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