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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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<strong>Il</strong> <strong>Corano</strong> e <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong><br />

scienziati nel loro campo, e non hanno trovato ragioni linguistiche<br />

valide per cambiare il significato di queste parole nel versetti<br />

considerati. Si sono comportati da traduttori onesti che non<br />

ignorano <strong>la</strong> <strong>scienza</strong>.<br />

<strong>Il</strong> dott. Bucaille afferma che le loro traduzioni sono “appena<br />

comprensibili”. Io non condivido questo giudizio. Le loro traduzioni<br />

sono chiarissime e molto corrette. Esse riflettono semplicemente i<br />

problemi scientifici che si trovano nell’originale arabo.<br />

<strong>Il</strong> solo modo di stabilire il significato di una paro<strong>la</strong> consiste<br />

nell’esaminare il suo impiego. <strong>Il</strong> solo modo di stabilire se il singo<strong>la</strong>re<br />

‘a<strong>la</strong>qa si riferisce ad un embrione di 3mm o al<strong>la</strong> “cosa che si attacca”,<br />

consiste nel dimostrare, con delle frasi tratte dal<strong>la</strong> letteratura<br />

araba del<strong>la</strong> Mecca e di Medina, contemporanee di Maometto e<br />

in partico<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> lingua dei Coreisciti, “<strong>la</strong> chiara lingua araba<br />

(‘arabiiyun mubinun)” nel<strong>la</strong> quale fu scritto il <strong>Corano</strong>, che queste<br />

parole avevano il senso che si vuole attribuire loro oggi.<br />

Non è un compito facile, per il semplice motivo che numerosi<br />

<strong>la</strong>vori sono stati effettuati su questa “chiara lingua araba” dei<br />

Coreisciti. Molto presto i musulmani hanno sentito il bisogno di<br />

sapere esattamente ciò che significavano le parole coraniche; è<br />

per questo che hanno cominciato uno studio completo di questa<br />

lingua e del<strong>la</strong> sua poesia. <strong>Il</strong> grande storico Ibn Khaldun ha potuto<br />

scrivere:<br />

Sappiate che il <strong>Corano</strong> è disceso nel<strong>la</strong> lingua degli arabi<br />

conformemente al loro stile di eloquenza; tutti l’hanno<br />

capito ed hanno colto i diversi significati delle sue diverse<br />

parti e i loro legami le une con le altre.<br />

Questa affermazione che “tutti” gli arabi hanno capito il <strong>Corano</strong><br />

è senza dubbio un’esagerazione dovuta all’entusiasmo, come tutti<br />

ne commettiamo, ma essa è tuttavia più vicina al<strong>la</strong> verità rispetto<br />

all’affermazione del dott. Bucaille secondo <strong>la</strong> quale nessuno aveva<br />

capito il <strong>Corano</strong> fino ai nostri giorni.<br />

Hamza Boubakeur, l’anziano rettore del<strong>la</strong> moschea principale di<br />

Parigi, ha affrontato questo tema al Colloque sur le Dieu unique,<br />

tenuto a Montpellier il 6 maggio 1985. Egli pose <strong>la</strong> seguente<br />

domanda retorica al suo uditorio:<br />

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