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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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Favole, allegorie e <strong>storia</strong><br />

da cima a fondo, <strong>la</strong> terra tremò, le rocce si schiantarono, le<br />

tombe s’aprirono e molti corpi dei santi, che dormivano,<br />

risuscitarono; e, usciti dai sepolcri, dopo <strong>la</strong> risurrezione di<br />

lui, entrarono nel<strong>la</strong> città santa e apparvero a molti.<br />

<strong>Il</strong> dott. Bucaille rimprovera prima di tutto a questo racconto “di<br />

non essere riportato anche negli altri Vangeli”. È vero. Ma lo stesso<br />

rimprovero può essere rivolto al <strong>Corano</strong> che dice una so<strong>la</strong> volta, in<br />

una so<strong>la</strong> Sura, che Gesù non morì.<br />

Seconda critica: “Non si capisce come i corpi dei santi in<br />

questione abbiano potuto risuscitare al momento del<strong>la</strong> morte di<br />

Gesù (<strong>la</strong> vigilia del sabato) e uscire dalle loro tombe solo dopo <strong>la</strong><br />

sua resurrezione (l’indomani del sabato)”.<br />

Cosa rispondere? Malgrado l’impressione “di incredibile” che<br />

<strong>la</strong>scia questo racconto, dobbiamo accordare il beneficio del dubbio<br />

all’autore. Senza dubbio Matteo non aveva l’intenzione di farci<br />

credere che coloro che erano resuscitati erano rimasti seduti nelle<br />

loro fredde tombe, tremando dal venerdì al<strong>la</strong> domenica mattina.<br />

Sono persuaso che l’evangelista ha voluto far capire ai suoi lettori<br />

che le tombe si sono aperte il venerdì, ma che i corpi sono stati<br />

resuscitati <strong>la</strong> domenica mattina, nello stesso momento di quello di<br />

Cristo, come prova del<strong>la</strong> sua grande vittoria sul<strong>la</strong> morte.<br />

Comunque sia, paragonato al<strong>la</strong> <strong>storia</strong> di Salomone e degli uccelli<br />

par<strong>la</strong>nti e dei suoi “‘ifrit di demoni”, o al<strong>la</strong> narrazione del suo corpo<br />

poggiato sul bastone, il racconto biblico è un gioiello di precisione,<br />

degno del XX secolo. <strong>Il</strong> modo in cui il dott. Bucaille analizza questo<br />

racconto è persino indegno di essere menzionato.<br />

La verità è <strong>la</strong> seguente: benché <strong>la</strong> rive<strong>la</strong>zione sia stata fatta<br />

nel<strong>la</strong> Torà-Antico Testamento e nel Vangelo-Nuovo Testamento<br />

nei termini caratteristici delle culture e dei popoli che l’hanno<br />

scritta e ricevuta, l’ispirazione divina attraverso lo Spirito Santo<br />

ha preservato i profeti dell’Antico Testamento e i discepoli di Gesù<br />

dall’includervi le idee mitologiche grottesche e il politeismo dei<br />

Babilonesi, dei Greci e dei Romani.<br />

Conclusione<br />

Nel corso di questo capitolo, abbiamo visto come il dott. Bucaille<br />

e altri si sono serviti di presupposti di base per conciliare le<br />

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