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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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Preannuncio delle conoscenze scientifiche moderne<br />

strumenti che misurano <strong>la</strong> velocità del vento. Non era questa<br />

<strong>la</strong> preoccupazione di Giobbe. Egli enumerava questi fatti del<strong>la</strong><br />

natura per evidenziare <strong>la</strong> saggezza di Dio. Cosa dedurne per noi<br />

nel XX secolo? Giobbe vuole anticipare <strong>la</strong> <strong>scienza</strong>? Probabilmente<br />

no! Probabilmente rappresenta un’osservazione fatta da Giobbe,<br />

o chiunque altro, mentre sentiva il soffio del<strong>la</strong> brezza sul viso o<br />

vedeva gonfiarsi le vele delle navi sotto l’effetto del vento.<br />

In tutti questi casi, dai miracoli di Gesù fino al peso del vento,<br />

passando per il deserto fertilizzato dal<strong>la</strong> pioggia, il segno era<br />

percepito dagli ascoltatori e significava qualcosa per loro.<br />

Ma c’è un problema quando qualcosa che è presentato come un<br />

segno richiama a delle conoscenze inaccessibili agli ascoltatori.<br />

È inconcepibile che un profeta si serva di qualche fenomeno<br />

oscuro mal conosciuto se non sconosciuto dal proprio uditorio<br />

per illustrare o sottolineare il suo messaggio. Che effetto avrebbe<br />

potuto provocare l’evocazione di un tale “segno” nel cuore o<br />

nell’intelligenza degli ascoltatori? Dio dà al profeta delle illustrazioni<br />

semplici e naturali, comprensibili da tutti coloro che ascoltano.<br />

Se l’allusione alle correnti sottomarine non evocava nul<strong>la</strong> per<br />

gli abitanti del<strong>la</strong> Mecca o di Medina, che impatto poteva avere<br />

dunque l’espressione “onda su onda” per loro? O l’interpretavano<br />

in maniera poetica, paragonando <strong>la</strong> sorte del peccatore davanti a<br />

Dio a quelle tenebre profonde, o non <strong>la</strong> capivano. In questo caso<br />

l’allusione non poteva, per loro, avere valore di segno.<br />

Teoricamente è possibile che un versetto abbia due significati:<br />

un significato evidente, semplice, accessibile a tutto il pubblico<br />

del profeta e un altro, più segreto, più complesso, destinato ai<br />

lettori di un’altra epoca. È forse questo a cui il dott. Bucaille e il<br />

dott. Torki facevano allusione quando studiavano i dati coranici<br />

sulle “correnti sottomarine” o sul “non-mesco<strong>la</strong>rsi delle acque”.<br />

Comunque sia, vedremo nel<strong>la</strong> prossima sezione alcuni versetti<br />

del <strong>Corano</strong> che sembrano aver reso un significato sbagliato dal<br />

momento in cui sono stati dati 1400 fa. Questo pone un difficile<br />

problema teologico.<br />

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