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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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Testimonianza resa al<strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong> dal <strong>Corano</strong><br />

spiegazione del<strong>la</strong> Torà e del Vangelo, questo “Libro a proposito del<br />

quale NON ESISTE alcun dubbio” (C3), e allo stesso tempo il suo<br />

preservatore (C13).<br />

I Meccani dichiarano: “Non vogliamo credere al <strong>Corano</strong> né a<br />

ciò che lo PRECEDE del<strong>la</strong> Torà e del Vangelo (C1). Alcuni Giudei<br />

affermano di non voler credere che a ciò che è stato loro rive<strong>la</strong>to,<br />

anche se il <strong>Corano</strong> conferma <strong>la</strong> verità di ciò che “già avevano ricevuto<br />

(che È CON LORO)” (C9). Coloro che RIGETTANO (ora) il <strong>Corano</strong><br />

e “questo Libro con cui inviammo i Nostri messaggeri” saranno<br />

giudicati (C6). “Ma quelli di loro (i Giudei) che sono radicati nel<strong>la</strong><br />

<strong>scienza</strong>, CREDONO” in ciò che è stato rive<strong>la</strong>to a Maometto e in<br />

ciò (<strong>la</strong> Torà) che è stato rive<strong>la</strong>to prima di lui (C11). Anche i demoni<br />

credono allo stesso tempo sia nel <strong>Corano</strong> che nel<strong>la</strong> Torà (C8).<br />

In una delle ultime Sure rive<strong>la</strong>te a Maometto, quel<strong>la</strong> del<br />

Pentimento, è dichiarato esplicitamente: “Promessa autentica<br />

per Lui vinco<strong>la</strong>nte presente nel<strong>la</strong> Torâh, nel Vangelo e nel<br />

<strong>Corano</strong>”(C12).<br />

Ritorniamo un momento all’espressione “nelle sue mani” (bain<br />

yadaihi يـَديـْه ‏(بـَيـْن che ritroviamo molte volte nei testi coranici<br />

menzionati (C2, C3, C4, C8, C10, C13, come anche precedentemente<br />

in A5 e A6). Ho scelto di tradurre questa espressione araba paro<strong>la</strong><br />

per paro<strong>la</strong>, essendo il solo modo per rendere il tempo presente<br />

che accompagna queste parole. L’espressione riveste spesso un<br />

senso letterale “tra”, o “nelle sue mani”, ma è spesso un costrutto<br />

idiomatico per significare “in presenza di”, “di fronte a”, “davanti<br />

a qualcuno”, “in suo possesso” o “a sua disposizione”. Così <strong>la</strong> frase<br />

araba tradotta letteralmente “le parole sono nelle vostre mani”<br />

significa in effetti: “Voi avete <strong>la</strong> paro<strong>la</strong>”. Allo stesso modo: “nessuna<br />

arma è nelle sue mani” vuol dire “è disarmato”. La Sura 34:12 par<strong>la</strong><br />

dei “demoni che <strong>la</strong>vorano nelle mani di Salomone”. Yusuf Ali ha<br />

tradotto: “…<strong>la</strong>vorano di fronte a lui”, ma, in una nota spiega: “i<br />

demoni <strong>la</strong>vorano sotto i suoi occhi”.<br />

Questi versetti danno quindi il seguente senso generale: il<br />

<strong>Corano</strong> sarebbe venuto per confermare, attestare e verificare <strong>la</strong><br />

Torà e il Vangelo che sono ora “in sua presenza” o “davanti ai suoi<br />

occhi”. Essi appoggiano <strong>la</strong> testimonianza resa dai versetti degli altri<br />

paragrafi di questa sezione: Maometto ammetteva l’esistenza di<br />

una Torà e di un Vangelo autentici “sotto i suoi occhi”.<br />

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