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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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<strong>Il</strong> <strong>Corano</strong> e <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong><br />

sezioni storiche molto lunghe su Abramo e su Mosè. La <strong>storia</strong><br />

dell’annuncio ad Abramo del<strong>la</strong> buona notizia del<strong>la</strong> nascita di<br />

Isacco è l’oggetto dei seguenti passi coranici: La Sura meccana<br />

antica 51:24-37, <strong>la</strong> Sure meccane tardive 11:69-83 e 15:51-77.<br />

Esiste inoltre <strong>la</strong> Sura 28 che è intito<strong>la</strong>ta “<strong>Il</strong> Racconto” (Al-Qasas).<br />

Per quali ragioni allora si rimprovera al Vangelo di contenere dei<br />

racconti storici, visto che il <strong>Corano</strong> stesso ne è abbondantemente<br />

provvisto?<br />

LA CHIAVE DEL PROBLEMA<br />

Ero quindi terribilmente perplesso. Da una parte l’Hadith<br />

sembrava eccessivamente importante, ma dall’altra, appariva<br />

arbitrario e spogliato di valore. È stato allora che ho letto il libro<br />

intito<strong>la</strong>to Is<strong>la</strong>m di Fazlur Rahman, nel quale ho trovato questa<br />

riflessione:<br />

Poiché, se rigettiamo l’Hadith nel suo insieme allo stesso<br />

tempo tutta <strong>la</strong> base del<strong>la</strong> storicità del <strong>Corano</strong> crol<strong>la</strong>.<br />

(I caratteri italici sono nell’opera stessa, invece, io ho<br />

sottolineato con l’uso di caratteri in grassetto).<br />

Alcuni lettori non condivideranno questo giudizio. Tuttavia,<br />

sono persuaso che se lo studiassero con attenzione, finirebbero col<br />

riconoscerne <strong>la</strong> profonda esattezza. Poiché, tranne alcune sezioni<br />

storiche, il <strong>Corano</strong> contiene molte poche allusioni al<strong>la</strong> <strong>storia</strong> ed<br />

al<strong>la</strong> vita di Maometto, ai combattimenti che ha sostenuto, ecc…<br />

È quindi proprio vero che se sopprimessimo l’Hadith nel suo<br />

insieme, non sapremmo praticamente più niente dei digiuni e<br />

delle meditazioni di Maometto in una grotta, né delle circostanze<br />

in cui gli sono state date le rive<strong>la</strong>zioni, né delle condizioni del<strong>la</strong><br />

sua fuga a Medina, ecc… Anche se <strong>la</strong> battaglia di Badr rivesta una<br />

grandissima importanza per <strong>la</strong> <strong>storia</strong> dell’is<strong>la</strong>m, essa è menzionata<br />

esplicitamente una so<strong>la</strong> volta nel <strong>Corano</strong>, nel<strong>la</strong> Sura ‘Al-‘Imran<br />

(La Famiglia di Imran) 3:123, dell’anno 2-3 dell’Egira. <strong>Il</strong> solo<br />

modo per sapere ciò che è realmente successo e per misurare <strong>la</strong><br />

portata di questo avvenimento, è quindi di riferirsi all’Hadith.<br />

Per questa ragione, l’essenziale delle informazioni del capitolo III<br />

del<strong>la</strong> terza sezione di questo libro sull’origine del <strong>Corano</strong> proviene<br />

dall’Hadith.<br />

Dobbiamo quindi trarre <strong>la</strong> seguente logica conclusione: il<br />

<strong>Corano</strong>, considerato da ogni musulmano come pura rive<strong>la</strong>zione,<br />

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