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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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<strong>Il</strong> <strong>Corano</strong> e <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong><br />

Ma siamo così sicuri che Matteo abbia torto? Non dobbiamo<br />

innanzitutto concedere il beneficio del dubbio all’autore e chiederci<br />

ciò che Matteo, Gesù ed altri scrittori del I secolo intendevano per<br />

“tre giorni e tre notti” o “il terzo giorno”?<br />

Secondo A.T. Robertson “i Giudei avevano l’usanza ben conosciuta<br />

di contare una parte di un giorno come un giorno intero di 24 ore…<br />

Così <strong>la</strong> parte di venerdì conterebbe come un giorno, sabato un altro<br />

e <strong>la</strong> parte di domenica come terzo giorno”.<br />

Questa abitudine è diffusa ancora nell’Africa del Nord. Se chiedo<br />

ad un amma<strong>la</strong>to, che soffre da sabato sera e viene a consultarmi<br />

lunedì mattina, da quanto tempo soffre, mi risponderà certamente<br />

“tre giorni”, anche se in realtà si tratta di meno di 48 ore. Questo<br />

concetto del<strong>la</strong> durata corrisponde a quello che affermava Gesù nel<br />

Vangelo.<br />

Aggiungiamo che se il dott. Bucaille avesse letto con attenzione<br />

il Vangelo di Matteo, avrebbe trovato un terzo riferimento che dà <strong>la</strong><br />

risposta. Leggiamo in Matteo 27:62-64:<br />

L’indomani, che era il giorno successivo al<strong>la</strong> Preparazione, i<br />

capi dei sacerdoti e i farisei si riunirono da Pi<strong>la</strong>to, dicendo:<br />

“Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre<br />

viveva ancora, disse: ‘Dopo tre giorni, risusciterò’. Ordina<br />

dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al<br />

terzo giorno; perché i suoi discepoli non vengano a rubarlo<br />

e dicano al popolo: ‘È risuscitato dai morti...’”.<br />

I nemici di Gesù gli mettono in bocca l’espressione “dopo tre<br />

giorni risusciterò”. Sarebbe come dire “dopo tre periodi di 24 ore” o<br />

“tre giorni e tre notti”.<br />

Ma l’autore di Matteo si preoccupa di dare un’espressione<br />

sinonima, riportando il desiderio dei nemici di vedere <strong>la</strong> tomba<br />

sorvegliata “fino al terzo giorno”.<br />

Sul piano strettamente linguistico ciascuna delle tre espressioni<br />

è perfettamente equivalente alle altre due. Non c’è quindi alcuna<br />

ragione di rifiutare il beneficio del dubbio all’autore.<br />

Infine, esiste un terzo argomento, di carattere spirituale, che è<br />

risultato convincente per numerosi cristiani.<br />

Proprio all’inizio del suo ministero pubblico, verso <strong>la</strong> fine<br />

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