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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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Qualche presupposto in materia linguistica<br />

un’espressione o di una frase di un documento.<br />

Come abbiamo già sottolineato in questo capitolo, una paro<strong>la</strong><br />

assume spesso diversi significati tutti accettabili. Così l’esame<br />

del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> wizr ci ha fatto scoprire, oltre al significato di fardello<br />

e di peccato, quello di responsabilità. Quindi se qualcuno ci<br />

domandasse di spiegare l’espressione “wizr del Sultano”, saremmo<br />

nell’imbarazzo e incapaci di rispondere. Qualche paro<strong>la</strong> non ci<br />

permetterebbe di togliere l’ambiguità tra i due significati possibili:<br />

“peccato del Sultano” o “responsabilità del Sultano”. Avremmo<br />

bisogno di sentire tutta <strong>la</strong> frase, cioè il contesto nel quale appare<br />

l’espressione precedente. Solo <strong>la</strong> conoscenza del contesto, che sia<br />

visiva o uditiva, permette di precisare il senso appropriato.<br />

De Saussure insiste molto su questo aspetto. Egli dichiara:<br />

…<strong>la</strong> lingua è un sistema di cui tutti i termini sono solidali<br />

e dove il valore di uno non risulta che dal<strong>la</strong> presenza<br />

simultanea degli altri…<br />

Solomon esprime <strong>la</strong> stessa verità sotto una forma più<br />

dettagliata:<br />

Le parole non sono mai utilizzate da sole. In una struttura<br />

organica, il significato di una paro<strong>la</strong> è destinato dal suo<br />

contesto, a cominciare dalle parole più vicine, poi dal<strong>la</strong> frase,<br />

il paragrafo, il discorso per inglobare al<strong>la</strong> fine tutto l’insieme<br />

del testo. Per scoprire in quale accezione una tale paro<strong>la</strong><br />

era impiegata nel 1787, dobbiamo (per quanto gli scritti<br />

dell’epoca ce lo permettano) trovare ciò che esprimevano,<br />

nel 1787, le persone che usavano questa paro<strong>la</strong>.<br />

Nel suo libro God of Justice (Dio di giustizia), il dott. Daud Rahbar<br />

cosparge i suoi discorsi di numerosi esempi sull’importanza del<br />

contesto. Egli cita, tra gli altri, il seguente esempio. Nel<strong>la</strong> Sura As-<br />

Sâffât (I Ranghi) 37:96, del periodo meccano, sta scritto:<br />

و االله خـَلـَقـَكـُم و َ ما تـَعـْمـَلـُون َ<br />

Questa frase ammette due traduzioni possibili:<br />

a) Dio vi ha creati, voi e ciò che voi fate.<br />

b) Dio vi ha creati, voi e ciò che voi fabbricate.<br />

Di questi due sensi, quale scegliere? <strong>Il</strong> contesto ci viene in aiuto.<br />

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