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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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211<br />

<strong>Il</strong> Vangelo nel II secolo<br />

Papiri dell’anno 200 d.C.<br />

Gli ultimi due manoscritti che vogliamo esaminare sono dei<br />

papiri risalenti all’anno 200 d.C. circa.<br />

<strong>Il</strong> primo, repertoriato P75, si trova attualmente al<strong>la</strong> Bodmer Library<br />

of World Literature, a Coligny, vicino Ginevra, in Svizzera. Esso,<br />

originariamente, era composto da 144 pagine dei Vangeli di Luca<br />

e Giovanni. Di queste pagine ne sono rimaste 102, circa il 70%. <strong>Il</strong><br />

P75 costituisce <strong>la</strong> copia più antica conosciuta del Vangelo secondo<br />

Luca e una delle più antiche del Vangelo secondo Giovanni.<br />

La grande importanza di questo documento, consiste nel fatto<br />

che gli ultimi tre capitoli di Luca e i primi tredici di Giovanni sono<br />

rimasto intatti, il che ha grande importanza per lo studio del<strong>la</strong><br />

dottrina cristiana.<br />

<strong>Il</strong> primo capitolo di Giovanni par<strong>la</strong> del<strong>la</strong> preesistenza del<strong>la</strong><br />

“Paro<strong>la</strong>” divina, “Paro<strong>la</strong>” che si è incarnata. Gli ultimi tre capitoli di<br />

Luca riferiscono del<strong>la</strong> morte di Gesù sul<strong>la</strong> croce e di tre delle sue<br />

apparizioni dopo <strong>la</strong> resurrezione. La fotografia 5 del P75 include il<br />

racconto di queste tre apparizioni (Luca 24:31-50): <strong>la</strong> prima, ai due<br />

discepoli sul<strong>la</strong> strada di Emmaus; <strong>la</strong> seconda, a Pietro; e <strong>la</strong> terza, a<br />

tutti gli apostoli riuniti, ad eccezione di Tommaso. La fotografia 7<br />

del capitolo I del<strong>la</strong> sesta sezione presenta il testo di Giovanni 14:16<br />

dello stesso papiro.<br />

Quanto al secondo manoscritto P46 considerato in questo<br />

paragrafo, ne abbiamo già presentato una fotografia al<strong>la</strong> pagina<br />

154 (fotografia 1). Esso è costituito da 86 fogli di un codice papiro<br />

che ne conteneva in origine 114. Possediamo quindi il 75%<br />

circa del testo iniziale. È conservato al Chester Beatty Museum a<br />

Dublino, in Ir<strong>la</strong>nda. Comprende dieci epistole di Paolo c<strong>la</strong>ssificate<br />

nel seguente ordine: Romani, Ebrei, 1 e 2 Corinzi, Efesini, Ga<strong>la</strong>ti,<br />

Filippesi, Colossesi, 1 e 2 Tessalonicesi. Come ci si può aspettare<br />

da un documento così antico, l’inizio e <strong>la</strong> fine del manoscritto sono<br />

danneggiati e il testo corrispondente a queste pagine è perduto. Ad<br />

ogni modo, 1 Corinzi, redatto nel 55 d.C., citato da Clemente nel 96<br />

d.C. e da Policarpo nel 107 d.C., è quasi intatto.<br />

Insisto sul fatto che il 70% del contenuto dei due Vangeli e il<br />

75% del contenuto delle lettere di Paolo sono conservati in questi<br />

manoscritti. Queste elevate percentuali garantiscono l’affidabilità

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