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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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Le varianti di lettura nel <strong>Corano</strong> e nel Vangelo<br />

partire da un testo parallelo conosciuto. Come fa notare Hamidul<strong>la</strong>h<br />

a proposito del <strong>Corano</strong>, queste varianti sono facilmente eliminate<br />

con il semplice confronto del testo copiato con altri testi.<br />

2. Varianti dovute all’introduzione, nel testo, di note marginali o<br />

di testi differenti che figurano in parecchi manoscritti<br />

Le parole e le note riportate in margine delle copie più antiche<br />

erano facilmente incorporate nel testo del nuovo manoscritto. I<br />

sinonimi di parole difficili o le note esplicative ponevano talvolta<br />

dei seri problemi ai copisti che decidevano di includere nel<strong>la</strong> loro<br />

copia <strong>la</strong> paro<strong>la</strong> originale e il suo sinonimo o <strong>la</strong> sua spiegazione.<br />

Varianti delle stesso genere furono introdotte più tardi quando<br />

gli scribi avevano davanti a loro più di una copia dei Vangeli. Cosa<br />

doveva fare un copista coscienzioso quando si trovava davanti<br />

negli esemp<strong>la</strong>ri consultati lo stesso passo sotto due forme un<br />

po’ diverse? Piuttosto di fare una scelta e di conservare una so<strong>la</strong><br />

lettura, lo scriba poteva essere tentato di conservare le due letture<br />

nel<strong>la</strong> propria copia. Esistono, per esempio, dei manoscritti antichi<br />

del Vangelo secondo Luca che finiscono così: “Stavano sempre nel<br />

tempio e benedicevano Dio” mentre altri manoscritti riportano:<br />

“Stavano sempre nel tempio e lodavano Dio”. Più tardi, al posto<br />

di scegliere una delle due letture, dei copisti hanno incorporato i<br />

due verbi e hanno scritto: “Stavano sempre nel tempio, lodavano e<br />

benedicevano Dio”.<br />

3. Varianti dovute a delle aggiunte<br />

Uno scriba suppose che mancava qualcosa all’affermazione di<br />

Gesù in Matteo 9:13: “...poiché io non sono venuto a chiamare dei<br />

giusti, ma dei peccatori”. Così aggiunse le parole “a ravvedimento”<br />

(vedi Nuova Diodati) per far concordare il suo testo con quello di<br />

Luca 5:32.<br />

In Romani 13:9, Paolo cita quattro dei Dieci Comandamenti. Uno<br />

scriba, distrattamente, ne aggiunse a memoria un quinto: “non dir<br />

falsa testimonianza” (vedi Nuova Diodati), così che tutta una serie<br />

di manoscritti copiati da quest’ultimo riporta sistematicamente<br />

questa variante.<br />

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