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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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Presupposti fondamentali<br />

“inverosimiglianze” nel<strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong> costituisce una prova d’errore.<br />

Nel<strong>la</strong> misura in cui <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong> non corrobora le conoscenze<br />

scientifiche moderne, non sarebbe Paro<strong>la</strong> di Dio; non sarebbe<br />

nemmeno un documento storico affidabile.<br />

<strong>Il</strong> dott. Bucaille non ammette che <strong>la</strong> sua comprensione e <strong>la</strong> sua<br />

esegesi di un passo biblico possano essere poco attendibili. Rifiuta<br />

ogni tentativo di spiegazione e ogni prova di armonizzazione. Egli<br />

qualifica degli sforzi “delle abili acrobazie dialettiche sommerse in<br />

un lirismo apologetico”.<br />

Questo metodo di valutazione è di natura “conflittuale”. <strong>Il</strong><br />

documento analizzato è oggetto di un a priori negativo e il<br />

procedimento di questo metodo consiste nel trovare tutti gli errori<br />

possibili nel documento esaminato.<br />

3. <strong>Il</strong> <strong>Corano</strong>, invece, può conservare il linguaggio del suo tempo<br />

<strong>Il</strong> dott. Bucaille afferma di partire dal seguente principio: <strong>la</strong> <strong>scienza</strong><br />

moderna costituisce l’ultimo giudice del <strong>Corano</strong>. Può sembrare<br />

che questo postu<strong>la</strong>to così descritto si applichi indifferentemente<br />

al<strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong> e al <strong>Corano</strong>. Non è affatto così, poiché questo ultimo<br />

beneficia di un regime di favore.<br />

Dopo aver citato <strong>la</strong> Sura 79:27-33, il dott. Bucaille aggiunge:<br />

Questa enumerazione dei benefici terrestri di Dio verso<br />

gli uomini, espressa in un linguaggio che si addice a degli<br />

agricoltori o a dei nomadi del<strong>la</strong> Peniso<strong>la</strong> arabica, è preceduta<br />

da un invito a riflettere sul<strong>la</strong> creazione del cielo.<br />

La mancanza di precisione non è più un errore, al contrario del<br />

giudizio che colpirebbe <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong> in un caso simile. L’autore concede<br />

che il linguaggio tiene conto dello stato pre-scientifico di questi<br />

popoli. Con questo a priori, il dott. Bucaille potrà evidentemente<br />

citare numerosi passi coranici come conformi alle conoscenze del<strong>la</strong><br />

<strong>scienza</strong> moderna, ma espressi in un linguaggio pre-scientifico.<br />

Questo tipo di approccio viene chiamato “concordiamo”. Questo<br />

procedimento cerca di armonizzare <strong>la</strong> <strong>scienza</strong> con le scritture.<br />

Provvisto di questo postu<strong>la</strong>to, non è difficile per il dott. Bucaille<br />

affermare che il <strong>Corano</strong> non presenta alcuna “difficoltà”. Certo, <strong>la</strong><br />

traduzione di alcune parole può risultare “delicata”; abbiamo già<br />

constatato che il riferimento ai bolidi fiammeggianti (meteore)<br />

era “oscuro”. Ma siamo ben lontani dalle “contraddizioni,<br />

inverosimiglianze e incompatibilità” di cui il dott. Bucaille accusa<br />

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