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Il Corano e la Bibbia alla luce della storia e della scienza (Campbell)

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<strong>Il</strong> <strong>Corano</strong> e <strong>la</strong> <strong>Bibbia</strong><br />

cibo dipende dalle abluzioni che seguono il pasto; quando<br />

ne fece paro<strong>la</strong> al Profeta, questi riprese: La benedizione del<br />

cibo dipende dalle abluzioni fatte prima e dopo il pasto.<br />

Trasmesso da Tirmidhi e Abu Dawud.<br />

Maometto non proibisce <strong>la</strong> lettura del<strong>la</strong> Torà e non nega <strong>la</strong><br />

sua esistenza. <strong>Il</strong> suo silenzio tende piuttosto a confermare <strong>la</strong> sua<br />

esistenza. Allo stesso modo, è detto nel Libro XXVI, Cap. XXXIX,<br />

pagg. 1371 e 1372 di Mishkat al-Masabih:<br />

Khaithama b. Abu Sabra disse: Ero venuto a Medina e avevo<br />

chiesto a Dio di concedermi un buon compagno e Dio mi<br />

diede Abu Huraira. Presi posto al suo fianco e gli raccontai<br />

come avevo chiesto a Dio di farmi <strong>la</strong> grazia di un buon<br />

compagno e che <strong>la</strong> scelta di Dio era caduta su di lui. Allora mi<br />

domandò da dove venivo. Risposi che venivo da Al-Kufa e che<br />

il mio desiderio del bene mi aveva condotto qui. Allora egli<br />

mi domandò: Non hai fra i tuoi Sa’d b. Malik le cui preghiere<br />

sono state esaudite, Ibn Mas’ud che ha cercato l’acqua<br />

necessaria per le abluzioni del Profeta, così come i suoi<br />

sandali, Hudhaifa che fu il confidente del messaggero di Dio,<br />

‘Ammar che Dio protegge dal diavolo, attraverso <strong>la</strong> lingua del<br />

suo Profeta, e Salman che credeva nei due libri? indicando<br />

con ciò l’Ingil e il <strong>Corano</strong>. Trasmesso da Tirmidhi.<br />

Poco importa che questa tradizione identifichi i due libri<br />

(kitabain) come l’Ingil e il <strong>Corano</strong> piuttosto che come <strong>la</strong> Torà-Antico<br />

Testamento e il Vangelo-Nuovo Testamento. <strong>Il</strong> punto essenziale è di<br />

constatare che questa tradizione riconosce l’esistenza di un valido<br />

Ingil (Vangelo).<br />

La seguente tradizione è tratta dal Libro II, cap. I, pagg. 62 e 63 di<br />

Mishkat al-Masabih:<br />

Ziyad b. Labid disse: <strong>Il</strong> Profeta parlò di un certo argomento<br />

e dichiarò: Ciò avverrà quando <strong>la</strong> conoscenza sparirà. Io<br />

gli risposi: Come potrebbe sparire <strong>la</strong> conoscenza dato che<br />

recitiamo il <strong>Corano</strong>, l’insegniamo ai nostri figli che, a loro<br />

volta, l’insegneranno ai loro, e così di seguito fino al Giorno<br />

del<strong>la</strong> Resurrezione? Egli replicò: Tu mi stupisci Ziyad! Pensavo<br />

che tu fossi l’uomo più istruito di Medina. Questi Giudei e<br />

questi cristiani non leggono <strong>la</strong> Torà e l’Ingil benché ignorino<br />

tutto riguardo ai loro contenuti? Trasmesso da Ahmad e Ibn<br />

Majah; Tirmidhi trasmise qualcosa di simile come lo fece<br />

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