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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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sostituiti da altri più lavorati e di effetto più pronto e sicuro, e<br />

da reti altresì, di cui furono trovati avanzi abbastanza bene conservati<br />

in molti luoghi anche sul nostro lago negli scavi <strong>del</strong>le<br />

torbiere. Gli arponi di bronzo ricordati dal Riccardi 1 , e trovati sul<br />

<strong>Benaco</strong>, mostrano una civiltà già più avanzata, e se nulla ci dicono<br />

<strong>del</strong>le battaglie prime e <strong>del</strong>le prime vittorie <strong>del</strong>la nostra<br />

specie contro i pesci, sono però in certo qual modo continuazione<br />

ed anello di una storia più lontana e più buia.<br />

Chi sa quale sfrenato amore gli antichi Romani avessero pei<br />

pesci, e come li nutrissero in vivai d'acqua dolce e salata, spendendo<br />

favolose somme per migliorarne la specie e ingrassarli e<br />

moltiplicarli e farne poi sfoggio nei luculliani banchetti, può anche<br />

imaginare facilmente come non dovessero trascurare la pesca<br />

sulle rive <strong>del</strong> più grande e più bello dei laghi italiani, dove<br />

possedevano ville sontuose in cui ospitavano i ricchi patrizi e gli<br />

stessi imperatori 2 .<br />

1 Rivista Europea. Maggio. 1880. - P. RICCARDI «La professione <strong>del</strong>la pesca nelle<br />

razze umane». Bellissimi esemplari di questi arponi, come pure di oggetti preistorici<br />

di bronzo scavati nel Mincio, possiede il signor Angelo Danieli di Peschiera,<br />

che gentilmente mi ha permesso di esaminarli.<br />

2 Irrio, scrive Terenzio Varrone, per nutrire i suoi pesci spendeva i 12 milioni di<br />

sesterzi, pari a lire it. 3.360.000, che ricavava, dagli affitti <strong>del</strong>le case che stavano<br />

intorno alle sue piscine. Lo stesso Irrio diede in prestito a Cesare sei mila murene,<br />

e vendette poi la sua villa per 40 mila sesterzi per la quantità dei pesci che<br />

v'erano: teneva al suo servizio un esercito di pescatori perché gli somministrassero<br />

pesci piccoli per nutrire i grossi che allevava nelle sue piscine di Bauli, e<br />

assai più soffriva se sapeva i suoi pesci ammalati che non i servi. (Rerum rusticarum.<br />

Lib. 3° cap. 17°). M. Lucullo, scrive Seneca, in una sua villa presso Napoli<br />

forò un monte per condurre l’acqua <strong>del</strong> mare nei suoi immensi vivai, e a Baia<br />

profuse tesori per una vôlta sotterranea, che dalla sua villa si protraeva fino al<br />

mare, perché la marea rinnovasse l'acqua ai suoi pesci. Tutti i ricchi romani tenevano<br />

piscine, distinte secondo le diverse qualità di pesci, pel nutrimento dei<br />

quali ogni giorno spendevano enormi somme. (Naturalium Quaestionum. Lib. 3°<br />

cap. 17°). Narra Plinio che nella su ricordata villa di Bauli (presso Baia), Antonia<br />

moglie di Druso ornò di pendenti gli orecchi di una sua murena che amava immensamente,<br />

e che molti venivano a Bauli per vederla.<br />

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