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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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Di tutti i malanni <strong>del</strong>la vite antichi e nuovi, nessuno però<br />

tanto la flagellò come l'oidio, la peronospora viticola e filossera<br />

1 .<br />

Nella regione <strong>del</strong> <strong>Benaco</strong> il maledetto oidio comparve intorno<br />

al 1852; imperversò dal 1853 al 1856 tanto da portar via tutto<br />

il raccolto. Quasi contemporaneamente cominciò la malattia<br />

<strong>del</strong>la gomma negli agrumi: così due <strong>del</strong>le più importanti produzioni<br />

<strong>del</strong> nostro suolo furono cru<strong>del</strong>mente ad un tratto colpite<br />

cagionando perdite enormi e una crisi economica che rovinò<br />

intere famiglie e per lungo tempo da poi fece sentire i suoi effetti<br />

disastrosi.<br />

Il Cocchetti dice che nel solo distretto di Salò il valore <strong>del</strong> vino<br />

risultante dall'adequato che nel decennio 1842-1851 fu calcolato<br />

in austriache lire 1.234.550, nel triennio 1852-1854 arrivò<br />

a sole lire austriache 187.570 2 .<br />

Quando come rimedio <strong>del</strong>l’oidio fu suggerito lo zolfo, pochi<br />

furono qui che prontamente credessero all'efficacia sua e lo adoperassero.<br />

L'ignoranza, la superstizione e più la malafede di<br />

chi avrebbe avuto obbligo di farsi banditore <strong>del</strong> rimedio trovato,<br />

ritardarono quel beneficio che in altre provincie d'Italia più<br />

prontamente fu sentito. I più intelligenti e animosi tra i proprietari<br />

nostri si videro costretti a salariare operai zolforatori di Toscana<br />

per dar lo zolfo ai loro vigneti. L'evidenza <strong>del</strong>la riuscita<br />

vinse a poco a poco i più restii e la zolforatura <strong>del</strong>la vite diventò<br />

finalmente generale: oggi è entrata nelle abitudini dei<br />

1 L'oidio - oidium - che, come ognun sa, è un fungo parassita che investe le foglie,<br />

il frutto e i rami <strong>del</strong>la vite e ne succhi agli umori producendo in breve la<br />

putrefazione degli acini e <strong>del</strong>le foglie ed anco spesso, ma in un tempo più lungo,<br />

la morte <strong>del</strong>la pianta, fu per la prima volta avvertito da un giardiniere inglese, il<br />

Tucker, che lo scoprì verso il 1845 su alcune viti coltivate in Inghilterra nelle<br />

serre di Margate - città inglese nella contea di Kent nell'isola Thanet alla bocca<br />

<strong>del</strong> Tamigi -. In poco tempo dall’Inghilterra la terribile crittogama passò in Francia,<br />

e di là in Italia, dove per la prima volta si manifestò nel 1851. L'invasione si<br />

distese per tutta la penisola rapidamente; il danno che ne risentirono i vigneti è<br />

incalcolabile.<br />

2 COCCHETTI CARLO «Brescia e sua provincia». Milano. 1859.<br />

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