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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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done, corse fortuna sulle azzurre onde <strong>del</strong> lago fino a poco tempo<br />

fa 1 .<br />

Un nuovo, piroscafo si costrusse in Peschiera nel 1853 per<br />

conto <strong>del</strong>l'Austria col nome di Hess 2 : ceduto nel 1866 all'Italia,<br />

venne intitolato San Marco; benemerito anch' esso <strong>del</strong> lago, fu<br />

distrutto che non è molto. Nel 1862 in settembre dal lago Maggiore<br />

fu portato sul nostro il Verbano, che qui fu detto Renaco:<br />

è quello che nel 1866 cadde in potere degli Austriaci, - come si è<br />

narrato - mentre rimorchiava vettovaglie destinate ai garibaldini<br />

accampati nell'alta Riviera: riparato più tardi dalle avarie, fu rimesso<br />

in servizio. Nel 1867 a <strong>De</strong>senzano fu varato col nome di<br />

Sirmione altro piroscafo costrutto per conto <strong>del</strong>l'Austria nel<br />

1850, e sotto nome di Radesky, poi di Elvezia (1859)), adibito<br />

fino allora al lago Maggiore.<br />

Esercitata sul principio da società private, poi dopo il 1848,<br />

dal Governo austriaco, indi nel 1859 da questo sulla sponda orientale<br />

e dal Governo italiano sull'occidentale 3 ,<br />

1 Esiste ancora, ma è in riposo nel cantiere di Peschiera.<br />

2 Il barone de Hess fu capo <strong>del</strong>lo Stato maggiore austriaco nella campagna <strong>del</strong><br />

1848-49; succedette nel 1859 al Giulay, a fianco <strong>del</strong>l'imperatore, nel comando<br />

supremo <strong>del</strong>l'esercito, dopo le prime sconfitte.<br />

3 Nei primordi la navigazione a vapore faceva servizio da Riva a <strong>De</strong>senzano, percorrendo<br />

alternatamente le due sponde; passata sotto il Governo austriaco,<br />

continuò lo stesso viaggio toccando anche Peschiera. Nel 1859, vendicata in<br />

libertà la sponda occidentale, la navigazione a vapore si ridusse alla sola riva<br />

orientale, con disagio <strong>del</strong>l' altra, privata d'un così comodo mezzo di trasporto,<br />

utile a tutti, ma necessarissimo ai comuni di Limone, Tignale, e Tremosine, privi<br />

di strade per comunicare con la restante regione. Per le istanze degli abitanti,<br />

concesse il Governo italiano nell'agosto <strong>del</strong> 1860 che una <strong>del</strong>le cinque cannoniere<br />

che teneva a Sirmione, ogni quindici giorni si recasse a Salò e di là fino a<br />

Limone, per servizio dei viaggiatori. In una di queste - la Sesia -, che con 60 persone<br />

tornava da Limone l'otto ottobre 1860, scoppiò la caldaia, a due miglia<br />

circa da quel porto. La cannoniera affondando trascinò nell'abisso 42 di quelli<br />

che v'erano sopra; in memoria dei quali e <strong>del</strong>lo spaventevole disastro - a piedi<br />

<strong>del</strong>la roccia, di fronte al luogo <strong>del</strong>lo scoppio - fu dai parenti dei naufraghi eretto<br />

l'obelisco di marmo sormontato da una croce che si vede passata la punta di<br />

Bine. Tra i pochi scampati, ricordo il dottor Augusto Tebaldi di Verona, medico<br />

insigne, professore nell' Università di Padova, noto alla Riviera che lo ebbe ospite<br />

e amico, rapito or son due anni alla famiglia e alla scienza.<br />

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