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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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gno ai mediatori <strong>del</strong>la pace, ch’erano Giov. Galeazzo e il conte<br />

di Savoia, alcune fortezze come cauzione <strong>del</strong>la somma intera 1 .<br />

A Bernabò Visconti ricorsero gli abitanti di Bagolino nel 1383<br />

per aver difesa contro i conti di Lodrone, già feudatari di quella<br />

terra, i quali volevano deviare il corso <strong>del</strong> Caffaro (influente <strong>del</strong><br />

Chiese) verso mezzodì in modo che direttamente si versasse nel<br />

lago d'Idro 2 . A questa deviazione, già ideata nel 1357 da Alberghino<br />

di Lodrone e già a mezzo compiuta, s'erano opposti i Bagolinesi,<br />

che<br />

1<br />

CORIO. Op. cit. p. 3°. Cap. 6°. - Che proprio non c'entrasse per nulla l'affare <strong>del</strong>la<br />

dote in tutto questo tramestio?<br />

2<br />

I conti di Lodrone erano d'antichissima famiglia che si vuole discesa dai Laterani<br />

di Roma: il loro nome comincia a figurare nella storia fln dal secolo XI° come<br />

feudatari <strong>del</strong>la Chiesa Trentina. Per qualche tempo signori di Bagolino, avevano<br />

dovuto fuggirne durante le lotte tra i Guelfi e i Ghibellini, ma non avevano<br />

mai smesso le loro pretese su quella terra che reputavano come propria. Anche<br />

la deviazione <strong>del</strong> Caffaro da essi voluta non era forse che un dispetto che intendevano<br />

fare ai Bagolinesi, o forse anche un pre<strong>testo</strong> per risuscitare la questione<br />

dei loro diritti su essi.<br />

E a proposito <strong>del</strong>la fuga dei Lodroni da Bagolino nell'infuriar <strong>del</strong>le fazioni guelfa<br />

e ghibellina, è da ricordare una leggenda ch'è viva ancora in quelli abitanti da<br />

cui la raccolsi. A un'ora di cammino poco più da Bagolino, tra' monti e sulla sinistra<br />

<strong>del</strong> Caffaro, s'incontra un torrentello che segna il confine tra il territorio<br />

italiano e l'austriaco e si chiama Riccomassimo; al di là d'esso è poco dopo un<br />

paesetto <strong>del</strong>lo stesso nome con campagna intorno ben coltivata a vite, granturco,<br />

legumi e prato abitata da poche famiglie (130 persone circa) tutte di un casato<br />

di nome Lombardi. Il paese è frazione di Bagolino, ma per essere in territorio<br />

austriaco si trova nella strana condizione di dipendere per quanto riguarda<br />

lo stato civile e le scuole pubbliche da Bagolino; per quanto riguarda il giudiziario,<br />

le imposte e il resto dall'Austria. Narra dunque la leggenda che fuggendo un<br />

Lodrone da Bagolino per sottrarsi ai terrazzani che l’inseguivano e passando sul<br />

territorio di Riccomassimo a un carbonaio di nome Lombardo colà incontrato<br />

chiedesse aiuto per celarsi ai nemici. Il carbonaio lo nascose sotto una catasta di<br />

legna e così lo salvò. Tornato più tardi il conte a quel luogo e chiesto al Lombardo<br />

che potesse fare per ricompensarlo <strong>del</strong> servizio resogli, questi mostrando la<br />

terra che l'attorniava «sarei ricco massimo» rispose se possedessi questo terreno<br />

che mi sta intorno. E il conte glielo donò. Questa l'origine <strong>del</strong> nome <strong>del</strong> paese,<br />

e da Lombardo carbonaio, discendenti tutti gli attuali Lombardi.<br />

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