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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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in epoche diverse, secondo la qualità <strong>del</strong> terreno. Di solito si<br />

zappa qui il vigneto all'aprirsi <strong>del</strong> maggio, e lo si vanga in estate<br />

1 .<br />

La potatura si comincia qui dopo le operazioni <strong>del</strong>la vendemmia<br />

e la prima raccolta <strong>del</strong>l’oliva: in alcuni luoghi nel novembre,<br />

in altri in dicembre o dopo, e dura tutto l'inverno, avvicendata<br />

cogli altri lavori campestri, ritardata o affrettata dai capricci<br />

<strong>del</strong>la stagione. Alla fine <strong>del</strong> marzo generalmente i vigneti<br />

<strong>del</strong> <strong>Benaco</strong> sono tutti pronti e aspettano il primo fiato di primavera<br />

per gonfiare le gemme. Diligentissima è la potatura tra noi;<br />

ella è veramente l’operazione a cui il contadino attende con più<br />

amore, con vera passione, direi quasi da artista, e generalmente<br />

con indiscutibile competenza: egli è orgoglioso <strong>del</strong>l'opera sua<br />

quando, terminata il lavoro, guarda le sue viti allineate, assettate<br />

in modo irriprovevole, così da soddisfare non solo le giuste<br />

esigenze <strong>del</strong>la pianta, ma quelle eziandio <strong>del</strong>l'occhio. Il bravo<br />

viticoltore sa distinguere nel suo vigneto la vite che ha bisogno<br />

d'una potatura pronta autunnale da quella che deve essere potata<br />

in inverno o in primavera. In generale la vite vecchia già<br />

quasi esausta si pota subito dopo terminata la vendemmia, la<br />

giovane e rigogliosa in primavera, le altre in inverno. Questi i<br />

dettati <strong>del</strong>la viticoltura moderna 2 , non dissimili di molto da<br />

quelli de l'antica, che pure ai diversi climi e all'età e alle condizioni<br />

<strong>del</strong>la pianta adattava il tempo <strong>del</strong>la potatura, come Plinio<br />

e Columella insegnano 3 , e come l'Alamanni,<br />

1 I Romani non erano concordi sul tempo <strong>del</strong>la zappatura e vangatura, ritenendo<br />

alcuni che si dovessero fare la prima volta subito dopo la vendemmia e poi<br />

prima <strong>del</strong>la metà <strong>del</strong>l'inverno; altri invece che si dovesse farle alla prima metà di<br />

aprile e alla prima metà di maggio; poi quando la vite comincia a fiorire, poi alla<br />

sfioritura e finalmente quando l'uva comincia a colorirsi. Ritenevano altri che la<br />

vigna non si debba lavorare più di quanto conviene per non rendere troppo teneri<br />

gli acini. (PLINIO. Op. cit. Lib. 17° Cap. 22°).<br />

2 OTTAVI. Op. cit.<br />

3 PLINIO. Lib. 17° Cap. 22°. - COLUMELLA. Lib. 4° Cap. 10°.<br />

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