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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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<strong>del</strong>la <strong>del</strong>la Riviera occidentale soffrissero danno, nè è difficile<br />

crederlo perché Brescia troppo era occupata per sè, e Federico<br />

queste terre rispettava come alleate.<br />

Ma nuovo tormento di guerra s'avvicinava. Ezzelino infieriva<br />

in Verona e nel territorio: la sua ferocia non conosceva confini,<br />

nè alcuno risparmiava nobile o plebeo che gli si dimostrasse avverso.<br />

Unitesi col marchese Oberto Pelavicino e Buoso di Dovara,<br />

ghibellini ambedue e alternativamente o insieme con carica<br />

di podestà in Cremona, fece disegno d'impadronirsi di Brescia.<br />

Con scelte milizie, dopo aver devastato il territorio mantovano<br />

e occupata tutta la regione nostra, vi entrò nel 1258, e sfogò la<br />

terribile ira e l'innata libidine di sangue con sevizie orrende contro<br />

quegli infelici cittadini. La nostra regione fu rispettata perché<br />

ghibellina; tuttavia è facile imaginare con che cuore vedessero<br />

i cittadini nostri aggirarsi tra loro il sanguinario signore,<br />

tanto facile a immolare nei ciechi impeti di rabbia anche gli innocenti<br />

e gli amici. L'anno dopo (1259) battuto a Cassano d'Adda<br />

dai guelfi quasi a crociata serratiglisi addosso, Ezzelino mori<br />

ferocemente come ferocemente era vissuto 1<br />

Alla morte di Ezzelino, il partito guelfo restò padrone di tutta<br />

la Lombardia, e la regione nostra che avea seguite le insegne<br />

di lui si trovò a disagio tra Verona e Brescia che finalmente<br />

trionfavano e potevano vendicarsi dei satelliti <strong>del</strong>lo spento tiranno;<br />

tanto più che Carlo d'Angiò, sceso in quel tempo in Italia<br />

alla conquista <strong>del</strong> regno di Napoli, pareva dei guelfi il principal<br />

sostenitore come era l'amico. .Se non che in Verona già cominciava<br />

a diventar potente Mastino 1° <strong>del</strong>la Scala elettovi podestà<br />

nel 1262 e poco dopo capitano generale. Blandamente governò<br />

da prima e senza parzialità, nascondendo sotto mansuete sembianze<br />

i disegni di dominio che nutriva nel cuore; a raggiunger i<br />

quali stimò non inopportuna la venuta in Italia <strong>del</strong>l' ultimo degli<br />

Svevi Corradiuo, nipote di Federico II°, dal quale<br />

1 SISMONDI. Op. Cit.<br />

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