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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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ifornire gli uliveti è quello per semi. Le piante provenienti da<br />

semi, scrive il prof. Aloi «sono di più lunga durata, di più gran<br />

mole e resistono meglio al freddo, agli insetti, ed alle malattie».<br />

È constatato da molte osservazioni, scrive l'ing. Bianchedi<br />

«che qualunque pianta proveniente da seme è migliore di quella<br />

provenuta artificialmente, e benché avvenga che nei primi<br />

anni di vita essa cresca lentamente, non pertanto è accertato<br />

che all'età di 10 anni lo sviluppo supera quello che a pari età<br />

presentano gli ulivi riprodotti artificialmente». <strong>De</strong>l resto la propagazione<br />

<strong>del</strong>l'ulivo per semi non è cosa nuova; gli Arabi la usavano<br />

nella Spagna adoperando i noccioli dei frutti primaticci 1 , e<br />

ognuno sa che ricchi e splendidi oliveti fossero in Spagna, specialmente<br />

nell'Andalusia, durante l'araba dominazione.<br />

In alcune regioni italiane la propagazione per semi si è cominciata<br />

già da anni con risultati soddisfacentissimi. Perché non<br />

provare anche qui? La principale ragione portata dagli oppositori<br />

di questo sistema di propagazione era la lenta germinazione<br />

<strong>del</strong> seme stesso, per la quale occorrevano due anni. Questa ragione<br />

cade ora da poi che il Gasquet trovò modo di far germinare<br />

il seme nello stesso anno in cui vien seminato facendolo macerare<br />

per tre giorni in una lisciva alcalina prima di sotterrarlo. E<br />

il Gasparin insegnò che si ottiene lo stesso risultato levando il<br />

mandorlo <strong>del</strong> nocciolo, e ammollendolo in una poltiglia composta<br />

di argilla e stereo di vacca 2 .<br />

Generalmente gli olivicoltori <strong>del</strong> <strong>Benaco</strong>, scelto il pollone o<br />

l'ovolo o la talea che vogliono propagare, la piantano nel luogo<br />

dove dovranno stare definitivamente. Il vivaio che formava una<br />

<strong>del</strong>le cure principali degli antichi olivicoltori romani e che dovrebb'essere<br />

la gloria nostra - com'è veramente anche oggi di<br />

molte regioni d'Italia,<br />

1 G. ROSA. Op. cit.<br />

2 È utile ricordare che gli ulivi ottenuti per seme devono a suo tempo essere<br />

innestati.<br />

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