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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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glioni, storici veneziani, è da essi posto nell'anno 837; il Dalla<br />

Corte lo fa succedere nell'829, il Moscardo nell'849: quest'ultimo<br />

poi dopo aver detto che doge di Venezia era in quel tempo<br />

Pietro Gradenigo, aggiunge che non col consiglio soltanto giovarono<br />

i Veneziani a Verona, ma col mandar gente sotto la scorta<br />

di Maffeo Giustiniano, con il mezzo <strong>del</strong> quale quelli di <strong>Benaco</strong><br />

furono vinti 1 . La narrazione <strong>del</strong> Sabellico e <strong>del</strong> Doglioni, seguita<br />

da altri storici, deve accettarsi a preferenza di quella <strong>del</strong> Moscardo<br />

inesatto perfino nel riferire il nome <strong>del</strong> doge. Non taccio<br />

che a questo racconto il Filiasi dichiara di non credere, senza<br />

dirne ragioni «Favole sono queste» scrive egli «ed era lontano<br />

ancora il tempo <strong>del</strong>la libertà italiana.» Frase sibillina che non<br />

arrivo in questo posto a spiegarmi 2 .<br />

1 M. ANT. SABELLICO. <strong>De</strong>ll'Historia Vinitiana. <strong>De</strong>ca I a Lib. 3°. (traduz.) Venezia 1680.<br />

- G. NICOLÒ DOGLIONI. Historia Venetiana. Lib. 1°. Venezia. 1598. - LOD. MOSCARDO<br />

- Op. cit. Lib. 5°. Il conte F. Bettoni nella sua Storia <strong>del</strong>la Riv. di Salò dopo aver<br />

trascritto la narrazione di questo avvenimento come si legge nella Storia <strong>del</strong><br />

Moscardo, dalla quale dice che lo presero il Corti e il Sabellico, lo dichiara inverosimile<br />

per due ragioni principalmente; la prima, perché Venezia non poteva<br />

essere in quel tempo così forte da misurarsi fuori <strong>del</strong>la laguna ove cresceva ignorata<br />

e rinchiusa, la seconda, perché l'uso <strong>del</strong>la denominazione dei casati non<br />

ebbe incominciamento se non un secolo più tardi. Anzi tutto si osserva che il<br />

Sabellico visse 150 anni circa prima <strong>del</strong> Moscardo, il Corti non so; ché se con<br />

questo nome intese Gerolamo Dalla Corte, questi pubblicò la sua Istoria di Verona<br />

per lo meno 70 anni prima che il Moscardo la sua. Quanto al fatto, lasciandone<br />

da parte l'autenticità e la narrazione diversa fatta dagli storici veneziani e<br />

dal veronese, non pare si possa dire che nell’837 Venezia vivesse così ignorata e<br />

rinchiusa tra le sue lagune da non poter, se richiesta, fornire aiuto di forze e di<br />

qualche naviglio - e questo nel caso presente era ciò che premeva di più - alla<br />

vicina Verona, mentre si sa che cento anni prima, sollecitata dal pontefice Gregorio<br />

II° e dall'imperatore bizantino, aveva potuto mandare una forte armata -<br />

dice il Sabellico - a riprendere Ravenna capoluogo <strong>del</strong>l'Esarcato caduta in mano<br />

<strong>del</strong> longobardo re Liutprando, e infatti la riprendeva. Quanto ai cognomi, pare<br />

che i Veneziani siano stati i primi tra i popoli italiani ad usarli, e già nella Cronaca<br />

di Andrea Dandolo si vede nell'809 ricordato un doge con nome e cognome,<br />

e un altro nell'817 e più altri nell'829, come nella Dissertnz. 42 a <strong>del</strong>le Antich.<br />

ital. <strong>del</strong> Muratori si legge.<br />

2 Op. cit. Tomo 6°.<br />

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