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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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care la parola di Dio alle plebi pagane e strapparle al demonio:<br />

risposero i due vescovi che non si sentivano coraggio d'esporsi a<br />

tanto pericolo. Vigilio allora si offrì di andar egli in loro vece essendo<br />

preparato anche a morire, e ottenuto il permesso si recò<br />

nei territori di Verona e di Brescia e vi convertì e battezzò molti<br />

di que' popolani agresti fondandovi oltre a trenta chiese 1 .<br />

Nei primordi <strong>del</strong> Cristianesimo riconosciuto i primi templi<br />

cristiani furono generalmente gli stessi che già avevano<br />

1 Mi pare che qui la parola chiesa sia adoperata a significare congregazione di<br />

fe<strong>del</strong>i, non già tempio cristiano ove si prega e si celebrano uffizi divini, come fu<br />

intesa da altri, i quali per ciò sono andati almanaccando per indovinare dove<br />

queste trenta chiese siano state erette. Il Tiboni a dimostrare che s. Vigilio fu<br />

veramente apostolo <strong>del</strong>la Riviera e di Tremosine specialmente, dice che ragione<br />

gagliardissima è il fatto che Tignale, benché posta sulla riva d'occidente e più<br />

avanti verso Brescia che non sia Tremosine, tuttavia comparisce nel 1212 come<br />

feudo <strong>del</strong>l’episcopato trentino, quasi continuata testimonianza <strong>del</strong>l'apostolato<br />

di s. Vigilio in queste parti. In verità questa ragione non par gagliarda a chi sa<br />

come nel medio evo i feudi si tramutassero spesso secondo il capriccio, la paura,<br />

il bisogno o altro interesse particolare, talché non era raro veder terre e<br />

chiese e castelli posti nel bel mezzo di un determinato feudo passare da un<br />

momento all'altro nelle mani di un feudatario diverso e lontano. N'è esempio il<br />

feudo stesso di Tignale, che già venduto o ceduto dal vescovo di Trento, era nel<br />

1212 con atto <strong>del</strong> 28 marzo, restituito al vescovo trentino Federico Wanga da<br />

Graziadeo de Gambara, Manfredo de Salis canonico di Brescia e Milone di San<br />

Gervasio e suo figlio Oprando e Orichetto ed Ugo de Salis con ogni diritto eccettuato<br />

il fodro episcopale di due marche annue d'argento e cento soldi imperiali,<br />

pei quali veniva ad essi impegnato il ripatico di Riva e il feudo di Bagolino. Tignale<br />

fu di nuovo impegnato nel 1349 dal vescovo di Trento Giovanni III° a Mastino<br />

II° <strong>del</strong>la Scala. Altro esempio ci fornisce <strong>Garda</strong>: nel 1167 il vescovo trentino Alberto<br />

la otteneva in feudo dall'Imperatore Federico 1° che l'avea tolta ai Turisendi<br />

- come vedremo - col patto di non poterla mai alienare, impegnare, subinfeudare.<br />

Se non che l'anno dopo per una rivolta dei Bolzanesi, approfittando di<br />

un momento in cui le faccende imperiali in Italia volgevano al peggio; lo stesso<br />

vescovo, subinfeudava il castello e dominio di <strong>Garda</strong> alla famiglia veronese dei<br />

Carlessari, da cui si vuole originata l'attuale dei marchesi Carlotti. (Vedi gli Annali<br />

<strong>del</strong> principato ecclesiastico di Trento compilati su documenti da Franc. Felice<br />

degli Alberti vescovo e principe, e reintegrati e annotati da Tomaso Gar. -<br />

Trento 1860).<br />

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