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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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voleva egli il sangue dei capi <strong>del</strong>la controrivoluzione a far sazie<br />

le sue vendette. Per ciò il 27 maggio instituiva in Salò un tribunale<br />

per processare e punire i colpevoli, mandandovi giudice<br />

con pieni poteri un Gerolamo Rovetta, che amava chiamarsi discepolo<br />

di Robespierre. Prime vittime furono un Albani di Gavardo,<br />

Giuseppe Catazzi arciprete di Vobarno, Marcantonio Turini<br />

ex console di Vobarno, Giovanni Speziali di Manerba 1 .<br />

La maggior parte però dei perseguitati riuscì a porsi in salvo<br />

nel territorio austriaco; altri furono rilasciati in libertà dopo breve<br />

prigionia.<br />

Il 30 giugno la Commissione criminale straordinaria, in nome<br />

<strong>del</strong> Sovrano popolo Bresciano, promulgò un'amnistia, dalla quale<br />

escluse però i capi più pericolosi, e quelli che s'eran messi più<br />

in vista nei fatti <strong>del</strong>la controrivoluzione 2 .<br />

1 Furono fucilati in Fossa; i primi due il 30 maggio, gli altri due il 4 giugno.<br />

2 Furono esclusi dall'amnistia: Battista Fioravanti, Giovanni Pasetti di Gio. Batta,<br />

Pietro Scolari di Stefano, Fabio Vitalini di Marco, Paolo Scotti qm. Giuseppe,<br />

Antonio e Paolo fratelli Mora detti Rocchi di Francesco, Faustino divari qm. Antonio,<br />

Antonio Felina qm. Girolamo, Giacomo Bomartini, Pietro Casatti, tutti di<br />

Salò; Giuseppe Sgraffignoli di Toscolano; Giuseppe Olivieri Leonesio qm. Francesco<br />

di Limone; Antonio Barilini qm. Carlo di Gardone Riviera; Giacomo <strong>Rossi</strong><br />

detto Montagnolo o Moro di Villa di Salò; Andrea Bertolini detto Sizzi, Maurizio<br />

Moro detto Lacchè, Giuseppe Tonolo detto Scalinello, Pietro Scarpetta qm. Bernardo,<br />

di Gargna- no; Paolo Bordini, Giacomo Zabeni, Giovanni Macario, di Vobarno;<br />

Bortolo Speziali qm. Francesco di Manerba; Gio. Batta. Avrera dì Gavardo;<br />

Giuseppe Rambottini detto Brunelli di Tremosine; Girolamo Bonardi detto<br />

Piles di Anfo; i quali tutti vennero condannati alla confisca dei beni, al bando<br />

perpetuo da tutti i luoghi <strong>del</strong>la Repubblica (Bresciana), e alla fucilazione se presi.<br />

Esclusi parimenti dall'amnistia con confisca dei beni e venti anni di prigionia,<br />

se presi, furono: Bortolo Fioravanti q.m Battista e Gasparo e Luigi Fioravanti di<br />

Bartolo, di Salò. Al bando per quindici anni e a sette anni di pubblici lavori, se<br />

presi, furono condannati: Agostino Lanfranchi e Pierantonio Barbaleni di Salò;<br />

Giulio <strong>Rossi</strong> di Manerba; Gio. Batta. Federici e Giov. Galvagno, di Vobarno; Onofrio<br />

Bazza di Gazzane; Carlo Cerqui di Treviso bresciano; Don Valeriano Bertelli<br />

di Fasano; Don Giacomo Mignochetti dì Maderno. (STEFANI. Mem. cit.).<br />

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