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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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già visto come gli antichi ne considerassero il succo come antidoto<br />

potente contro i veleni. Questa credenza, divulgatissima,<br />

perdurava ancora nella nostra regione nel secolo decimosesto,<br />

così che il Gratarolo sinceramente scriveva che «<strong>del</strong>la scorza e<br />

<strong>del</strong>l'agro (<strong>del</strong> cedro) si fanno conserve nelle Speciarie per l'uso<br />

<strong>del</strong>la medicina contro i veleni e contro la peste e contro altre<br />

infermità eziandio diverse».<br />

Lasciando a parte quanto vi possa esser di esagerato in questa<br />

opinione dei padri nostri, è indubitato però che questo frutto,<br />

oltre che mangiarsi fresco, affettato e spalmato di zucchero,<br />

o candito, si. adopera anche oggi nella preparazione di confortanti<br />

sciroppi, e fa anche la parte sua come medicinale. Ma l'uso<br />

a cui oggi è destinato quasi esclusivamente il profumato cedro<br />

<strong>del</strong>le nostre cedraie è la fabbricazione di quello squisito liquore<br />

che è conosciuto in commercio col nome di acqua di cedro <strong>del</strong>la<br />

Riviera di Salò.<br />

Pare che primo a fabbricare acqua di cedro distillando la<br />

corteccia <strong>del</strong> frutto sia stato il chimico Antonio Bonardi farmacista<br />

in Salò: risulta infatti dai registri di quest’antichissima farmacia<br />

- ancor oggi condotta dai Bonardi - come fino dal 1790<br />

l'Antonio su nominato facesse acquisti di vino bianco sceltissimo<br />

<strong>del</strong>la Riviera nostra all'unico scopo di adoperarlo nella preparazione<br />

<strong>del</strong> <strong>del</strong>icato liquore, che smerciava poi come medicinale<br />

e regalava agli amici, senza curarsi però di farlo conoscere<br />

e diffonderlo fuori <strong>del</strong>la città in cui egli esercitava l'arte sua.<br />

Il merito d'aver procurato a questa produzione qualche fama<br />

anche fuori, e non come medicinale soltanto, ma anche come<br />

bibita gradevole e adatta ad ogni gusto, spetta al chimico<br />

Luigi Patuzzi, che nel 1840 essendo farmacista in Salò, attese<br />

con diligente amore a questa fabbricazione, certo fin d'allora<br />

prevedendo il vantaggio che se ne poteva ricavare.<br />

All’esposizione industriale tenutasi a Brescia nel 1857, l'acqua di<br />

cedro <strong>del</strong> Patuzzi fu premiata con medaglia. Il Tiboni accennando<br />

ad essa e al premio ottenuto dal valente preparatore, nel<br />

1859 scriveva che quest’acqua<br />

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