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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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aza cento et similmente li ponti levatoi che no se posseno levar<br />

ne serar le porte dove sono steccati o reparii 1 .<br />

Alla nuova ingiunzione si commuovono i Rivieraschi e mandano<br />

il Cisoncello ed altri ambasciatori a <strong>De</strong>senzano a impetrar<br />

grazia dal furibondo Cardinale, ma senza frutto; chè poco dopo<br />

altro severissimo editto emana il Podestà, di consegnar cioè tutte<br />

le armi ch'erano in Riviera. Ed ecco in moto ancora il Cisoncello<br />

a placar le ire <strong>del</strong> signore con preghiere accompagnate da<br />

donativi di olio, di carpioni, di olive e di carta per ottener più<br />

facile effetto. Ma poco giovamento ebbero l'ambasciata e i doni,<br />

perché la maggior parte <strong>del</strong>le fortezze furono ruinate, né le<br />

armi - a quel che pare - vennero restituite 2 . E fu bene, perché<br />

l'offesa tenne deste le ire, le accrebbe, e aguzzò il desiderio <strong>del</strong>la<br />

vendetta.<br />

1 ODORICI. Op. cit. v. 9°.<br />

2 ODORICI. Op. cit. v. 9°. - L'ab. Cantoni (Mss. cit. pag. 217) e dopo lui il Bettoni<br />

citano e trascrivono una lettera <strong>del</strong> nipote <strong>del</strong> cardinale ai <strong>De</strong>putati di Riviera (si<br />

legge anche nei Mss. <strong>del</strong> Fonghetti. Dial. 3°). per provare, contro l'asserzione<br />

<strong>del</strong>l'Odorici, che la distruzione dei castelli di Riviera fu sospesa, probabilmente<br />

pe' buoni uffici <strong>del</strong> Cisoncello. - E verissimo che il d'Amboise (che nella lettera si<br />

sottoscrive Dambizze) assicura i nobb. <strong>De</strong>putati di aver ordinato al suo Capitano<br />

in Salò di sospendere la rovina di altri castelli - siamo contenti, sono sue parole,<br />

che non ne faccia novità ad alcun altro -; ma è vero altresì che più su si loda <strong>del</strong>la<br />

prontezza con cui il suo ordine era stato eseguito circa il minare la casa di<br />

Bernardino Peltraro et de le fortezze (segno evidente che già fortezze erano state<br />

ruinate), e subito dopo soggiunge «et per far demostrazione che avemo grata<br />

la obedenlia et prontezza vostra, avemo scripto al Capitano di Sallo che attendendo<br />

(notisi il gerundio che qui parmi abbia significato di nel mentre pure deve<br />

attendere) alla ruina <strong>del</strong>le rocche de Boargis (Vobarno) et Padenghe et <strong>del</strong> Castello<br />

di S. Felice, siamo coutenti che non ne faccia novità ad alcun altro». Dunque<br />

oltre alle prime già distrutte comprese sotto l'appellativo generico di fortezze,<br />

vuol distrutte anche quelle di Vobarno, Padenghe e S. Felice, (tre <strong>del</strong>le<br />

principali), e fa grazia <strong>del</strong>le restanti. Di quali? Affe che la lettera è tutta uno<br />

scherzo feroce, o ch'io non capisco.<br />

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