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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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cime e la zappatura frequente, e si ha ogni diligenza nel tener<br />

mondo il terreno da erbe. A queste condizioni il piantamento<br />

spesso si potrebbe fare anche da noi, come infatti si fa, dove -<br />

come in alcuni luoghi <strong>del</strong>la riviera orientale e nella Valtenese, -<br />

il terreno si adatta, e le cure necessarie non mancano.<br />

La concimazione dei vigneti nostri si fa quasi esclusivamente<br />

con letame di stalla, in misura abbastanza abbondante là dove<br />

si associano alla vite altre coltivazioni: scarsa dove la coltura associata<br />

manca. Il concime di stalla è buono senza dubbio, non è<br />

però il solo raccomandabile per fornire alla pianta tutti i materiali<br />

che le sono necessari a una buona cresciuta e a una scelta e<br />

ricca fruttificazione. Accade quindi spesso che alla buona riuscita<br />

<strong>del</strong>la pianta associata si sacrifichi la vite, anche colà dove da<br />

essa in principal modo deve il coltivatore attendere il premio<br />

alle sue fatiche e al suo denaro.<br />

Giovano assai e in prima linea alla concimazione <strong>del</strong>la vite, là<br />

specialmente dove il terreno è già grasso, le ceneri, i calcinacci,<br />

le spazzature <strong>del</strong>la casa, le vinaccie, il letame umano, la terra<br />

vergine, e, come per gli ulivi, anche i ritagli di cuoio, gli stracci, e<br />

la carne e le unghie di animali. Né sono da mettersi in non cale i<br />

concimi chimici, - tanto usati e con profitto altrove e guardati<br />

ancora con sospetto dalla maggior parte dei viticolturi nostri -, i<br />

quali se sapientemente usati, e adattati alle qualità diverse <strong>del</strong><br />

terreno giovano a correggerlo e migliorarlo e si accordano nelle<br />

diverse composizioni ad ogni specie di coltivazione, ridonando<br />

alla terra quei principi che necessariamente nel corso <strong>del</strong> tempo<br />

le piante e le influenze atmosferiche le tolgono.<br />

Là dove si abbia scarso concime, si consigliano i sovesci di<br />

lupini e di veccie, di fave, di segale, di rape, che devono poi sotterrarsi<br />

alla profondità di venti centimetri almeno 1 .<br />

1 OTTAVI. «Viticoltura». Milano. 1892. La concimazione coi lupini era usata anche<br />

dai Romani. Columella la consiglia nei vigneti non troppo fitti e nelle terre minute<br />

«si perexilis est terra, vel rara ipsa vitis, lupini modii tres vel quatuor in singula<br />

iugera sparguntur, et ita inoccantur: qui, quum fruticaverint, prima tum fossione<br />

conversi satis bonum stercus vineis praebent». (Op. cit. Lib. 11° Cs)p. 2°).<br />

Plinio suggerisce di concimare la vigna colle spazzature e i rifiuti <strong>del</strong> cuoio; ma<br />

vuole che tal concime venga allungato coll'acqua più o meno secondo la natura<br />

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