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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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chi <strong>del</strong>la sorveglianza che il capoluogo esercitava sul mercato di<br />

<strong>De</strong>senzano.<br />

Non è improbabile che Brescia soffiasse nel fuoco; lo fa credere<br />

il vedere che l'atto col quale detti Comuni domandavano la<br />

loro separazione e la nomina di un Provveditore nobile veneto e<br />

d'un Podestà bresciano con residenza in <strong>De</strong>senzano, fu steso in<br />

Brescia stessa, nella sala di quel Consiglio 1 .<br />

I buoni uffici <strong>del</strong> Consiglio rivierasco e l'evidenza <strong>del</strong> danno<br />

che ne sarebbe risultato a tutta la Comunità, per-<br />

1 La supposizione messa innanzi che cioè Brescia aizzasse o per lo meno favorisse<br />

le pretese dei Comuni separatisti è giustificata dalle vecchie gelosie che aveano<br />

tenuto sempre divise la città e la Riviera, e ancora dai fatti seguenti che<br />

riassumo dalla Storia <strong>del</strong> Bettoni. Fino dal 1517, narra egli, i Rettori di Brescia<br />

aveano tentato d'estendere la propria giurisdizione sulle terre <strong>del</strong>la Riviera, e<br />

aveano ripetuto il tentativo nel 1525, nel 1527 e nel 1530, così che questa avea<br />

portato le proprie lagnanze a Venezia che le avea dato ragione. In onta a ciò, nel<br />

1536 Brescia mandava in Salò un proprio deputato con incarico di distribuirvi gli<br />

alloggi alle milizie, come usava fare nei paesi a lei immediatamente soggetti. La<br />

provocazione sollevò proteste e tumulti che avrebbero potuto avere serie conseguenze<br />

se il Provveditore non si fosse interposto e non avesse incarcerato il<br />

deputato, allontanandolo poi dalla Riviera. Pochi giorni dopo però, essendo di<br />

passaggio nuovi soldati diretti sul Milanese, credette il Provveditore ben fatto<br />

venire a una convenzione (1° giugno 1536) coi Rettori bresciani, per la quale<br />

concedeva ad essi la distribuzione degli alloggi in Riviera. Conosciuta la cosa, il<br />

Consiglio in fretta radunato cassava la convenzione ed eleggeva due oratori<br />

coll' incarico di portare al Senato le lagnanze <strong>del</strong>la Comunità per questa violazione<br />

<strong>del</strong> suo diritto. La questione durò un anno intero e fu finalmente risolta (2<br />

giugno 1537) in favore di Brescia. La notizia <strong>del</strong>la sentenza fu malissimo accolta<br />

in Riviera, e il gran Consiglio protestò contro di essa (9 giugno) mandando poi<br />

altri oratori a Venezia per ottenerne la revoca. Da ciò nuovi odi e nuove rappresaglie.<br />

Infatti nello stesso anno (1537) essendo morto nel settembre in Salò il<br />

Provveditore Francesco Tron, Brescia mandava al governo di Riviera in qualità di<br />

Commissario Giovanni Suriano. Il gran consiglio non volle riconoscerlo, mandò<br />

proteste a Venezia e si affrettò (6 ottobre)spedire Provveditore in Riviera Francesco<br />

Tron nipote <strong>del</strong>l'estinto. Accennando a questo fatto, pare che il torto fosse<br />

dal lato <strong>del</strong>la nostra città, scrisse lo stesso Odorici, non facile a dar torto a<br />

Brescia in quanto riguarda i diritti ch'essa sosteneva di aver sulla Riviera.<br />

(BETTONI. Op. cit. v. 2°. - ODORICI. Op. cit. v. 9°).<br />

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