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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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La strada più probabile da essa percorsa per giungere fino a<br />

noi, è quella <strong>del</strong> bacino <strong>del</strong>l'Adige, dal quale anche, per sotterranee<br />

inesplorate vie, vengono gran parte <strong>del</strong>le correnti subacquee<br />

che alimentano il <strong>Benaco</strong>. È lecito credere che dalla parte<br />

<strong>del</strong> Baldo, dove il sollevamento geologico degli strati si mostra<br />

più potente, possano essere avvenuti i più ragguardevoli fenomeni<br />

di corrugamento e di dislocamento, e le fratture che hanno<br />

dato alla, regione l'aspetto suo attuale; è ammissibile quindi<br />

che appunto da quella parte, nel lungo lavoro geologico di assettamento,<br />

non per anco definitivo, si siano formati in maggior<br />

numero scoscendimenti e fessure, come grandi vie di comunicazione<br />

tra il fondo <strong>del</strong> bacino e gli abissi <strong>del</strong>la terra. Tra queste<br />

fessure può aver trovata la sua, uscita - diversa però, e chi sa<br />

quanto più profonda di quella percorsa dalle acque che alimentano<br />

il lago - la sorgente termale che scaturisce a Sirmione.<br />

Il P. Francesco Terzi-Lana in una sua «Storia naturale <strong>del</strong><br />

bresciano» lasciata, inedita, e pubblicata poi dal Pilati nel suo<br />

Saggio già citato, dice che nella spiaggia orientale <strong>del</strong> <strong>Benaco</strong>,<br />

presso <strong>Garda</strong>, quei paesani osservarono che dalle fessure <strong>del</strong>la<br />

pietra <strong>del</strong> prossimo monte uscivano freddissimi venti per tutta<br />

la state, e che nei molti luoghi ove questi venti scaturivano, egli<br />

stesso vide molte cantine e assaggiò vini conservati nelle botti,<br />

così freschi, che parca propriamente che stati fossero immersi<br />

nel ghiaccio e nelle nevi.<br />

Di queste cantine e d'altre simili fa anche menzione Gio.<br />

Battista Pantini in una sua. egloga latina indirizzata al Jodoco e<br />

premessa al poema «Benacus» nell’edizione <strong>del</strong> 1540. Il Fantini<br />

invita l'amico Giorgio a cercar conforto nell'antro soave dove si<br />

conservano i dolci vini retici, e dopo aver cantato le lodi <strong>del</strong>l'antro<br />

- ingiustamente dagli abitanti chiamato Inferno - dov’è pace,<br />

letizia e sicura fede e onesto piacere, dove Bacco dator di letizia<br />

largisce i suoi doni, enumera i vini che vi si trovano, e pieno di<br />

bacchico entusiasmo esclama:<br />

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