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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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servito al gentilesimo, abbattuti s'intende gli idoli e sostituitevi<br />

le imagini e i segni <strong>del</strong>la religione nuova; ovvero sorsero sull'area<br />

stessa degli atterrati templi pagani adoperando nel fabbricarli<br />

parte <strong>del</strong> materiale demolito. Come altrove, così è probabile<br />

si sarà fatto anche qui; difficilissimo però è dire dove e quando<br />

le prime chiese siano sorte. Tra le più antiche <strong>del</strong>la sponda<br />

occidentale pone il Tiboni quella <strong>del</strong>la Pieve in territorio di Tremosine<br />

edificata sul finire <strong>del</strong> quarto secolo 1 .<br />

In Salò la più antica si ritiene essere quella dedicata a s. Giovanni<br />

<strong>De</strong>collato, ancor oggi esistente, poi rammodernata dal<br />

cardinale Borromeo. Il Gratarolo dice in proposito ch’essa fu<br />

forse la prima che fu fabbricata da che si conobbe la vera religione<br />

in Salò; non dice <strong>del</strong>l'epoca <strong>del</strong>la fabbricazione: lo dice<br />

invece l'anonimo autore <strong>del</strong> già citato Diario di Salò con queste<br />

parole: «Questa Chiesa è la prima eretta in Salò l'anno <strong>del</strong> Signore<br />

719: è dominio <strong>del</strong>li nobb. cavalieri di Malta; viene governata<br />

da 24 Vicinianti <strong>del</strong>la Contrada a' quali presiede il capo<br />

1 Dal sagrato <strong>del</strong>la Pieve si gode una <strong>del</strong>le più superbe viste <strong>del</strong> lago: affacciandosi<br />

all'abisso che sta di sotto - circa 350 metri - l'occhio si ritrae impaurito; si<br />

riposa invece e si allieta fissandosi lontano lontano sulle ultime colline intorno a<br />

Lonato e a Venzago confuse fra tenui e bianchi vapori verso il cielo salienti: a<br />

sinistra le cime cineree <strong>del</strong> Baldo col sole di fronte che le drappeggia d'oro e di<br />

porpora. - La Chiesa rammodernata di dentro e di fuori in più riprese, conserva<br />

le impronte <strong>del</strong>la sua antichità, come pure la canonica sorgente li presso severa<br />

e accigliata costrutta di pietroni squadrati anneriti dal tempo. Nell'interno sono<br />

rimarchevoli gli intagli <strong>del</strong>l'organo in stile <strong>del</strong> seicento e quelli più moderni <strong>del</strong><br />

coro e dei grandi armadi e cassettoni <strong>del</strong>la sacristia, opera eccellente d'un Luchini<br />

Giacomo da Condino che li scolpì sullo scorcio <strong>del</strong> secolo passato. Nella<br />

sacristia sono appesi alle pareti alcuni ritratti dei pievani che ressero la Chiesa,<br />

già anticamente privilegiata con bolla <strong>del</strong>l'anno 1186 <strong>del</strong> pontefice Urbano III°<br />

riportata per intero dal Tiboni nel suo Tremosine. Sul muro che circonda la Chiesa<br />

evvi ancora oggi un cippo quadrangolare sorretto da piedestallo e finiente in<br />

guglia con sopra una croce. Su esso, nella faccia rivolta a mezzogiorno, leggesi<br />

un'epigrafe senza spazio tra parola e parola che insegna il monumento esser<br />

stato posto a M. Elvio, Ursione seviro di Brescia e a Valerla Giusta dal figlio Elvio<br />

Primo. È riportata dal Gratarolo nel Lib. 3° e dal Tiboni.<br />

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