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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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incerto gli uccelli per l'aria tetra, caliginosa: guarda attonito<br />

l'uomo pieno di paura negli occhi e nel cuore.<br />

Fluctibus et fremitu adsurgens Benace marino. 1<br />

Guizzano frequenti e rapidi i lampi, bizzarri di forme; or come<br />

lingue mostruose lambenti, ora come lame lunghe, infuocate:<br />

sui culmini <strong>del</strong>le torri, sulle croci <strong>del</strong>le chiese, sulle creste <strong>del</strong><br />

monte s'accendono sanguigni bagliori; poi notte profonda.<br />

Scoppiano i tuoni destando l'eco <strong>del</strong>la montagna che li ripete<br />

e di valle in valle li propaga lontano; rugge la folgore con<br />

schianti che aggelano, e l'urlo <strong>del</strong>l'onda si mescola all'urlo <strong>del</strong><br />

cielo. La pioggia intanto turbina e scroscia frustata dal vento, e<br />

sulla liquida superficie rimbalza e si mesce coll’acqua di sotto<br />

che in spruzzi altissimi ascende. Sotto la furia <strong>del</strong> vento si curvano<br />

dolorando con gemiti e stridori gli alberi cinerei; Con rombo<br />

infernale, rotolando pietre e macigni, i torrenti precipitano<br />

gonfi dalle montagne che pare si sfascino, abbattendo ogni ostacolo<br />

e accrescendo l'orrore <strong>del</strong>la scena selvaggia.<br />

Un odor grave e penetrante d'acqua fangosa, d'erba pesta,<br />

di rami schianti, d'alghe putride, erra nell'aria e l'addensa.<br />

Una luce sanguigna squarcia ad un tratto le tenebre; l'ultima<br />

saetta con orrendo fracasso piomba, e stridendo si spegno nell'imo;<br />

con ultimo sforzo l'onda sale e precipita, poi si distende,<br />

si fa più larga e più lenta: l'ira <strong>del</strong> cielo par sazia.<br />

Si sfaldano e corrono veloci le nubi verso là dove il Baldo declina<br />

nella pianura, e s'allontana il sordo brontolare <strong>del</strong> tuono.<br />

Il sole è al tramonto, e nel vasto tratto di cielo già sgombro<br />

di nubi, più lucente e più terso, dardeggia e tinge di fuoco e di<br />

porpora le colline ed il monte. Là giù<br />

1 VIRGILIO «Georgica». Lib. 2° v. 160.<br />

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