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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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Oltre la rana comune, si trova qui la rana verde - hyla viridis<br />

- più bella ed elegante <strong>del</strong>l'altra, ma meno frequente. La voce di<br />

questa specie è anche squillante e rumorosa, però meno rauca<br />

e ingrata di quella <strong>del</strong>le sorelle già descritte.<br />

Comune a tutta la regione <strong>del</strong> <strong>Benaco</strong> è il rospo - rana bafo<br />

di Linneo, bafo vulgaris di altri naturalisti. - È animale bruttissimo,<br />

deforme, schifoso, con corpo grosso e tozzo, coperto di<br />

cuoio di color cinereo gialliccio, picchiettato di irregolari macchie<br />

multicolori, e solcato di rughe e porri e bitorzoli che ne accrescono<br />

la laidezza, e di follicoli che trasudano un umore acre,<br />

denso, fetente. Pare che la natura dopo averlo creato in un<br />

momento di dispetto, l'abbia largamente disseminato sulle rive<br />

<strong>del</strong> <strong>Benaco</strong>, volendo pure che in mezzo a tanta bellezza e perfezione<br />

vi fosse cosa orridamente mostruosa e sozza. E la. propria<br />

bruttezza, oggetto d'odio, d'accanimento e di persecuzione da<br />

parte degli uomini, esso infelice trascina seco dalla nascita, senza<br />

speranza di pietà e di difesa, cercando nascondersi<br />

quanto può agli sguardi di tutti.<br />

Intatti di giorno raro è che s'attenti mostrarsi alla gente, se<br />

grave bisogno non lo spinga; se ne sta rintanato nei fossi, tra i<br />

sassi, tra le macerie, nei buchi più riposti e melanconici, dove<br />

medita forse - filosofo <strong>del</strong> dolore - sulla tristezza <strong>del</strong>la sua sorte.<br />

Alla notte esce e a salti e a sghimbescio, con lunghe pause e<br />

tonti sordi e pesanti, va pei prati umidicci, nei pantani, sul margine<br />

<strong>del</strong> lago e dei fossi, e non di rado anche sulle pubbliche vie<br />

in cerca di cibo. Guai se la luce <strong>del</strong> giorno lo coglie allo scoperto,<br />

lontano dall'usata tana o da altro provvidenziale pertugio; guai<br />

se la sua mala ventura lo fa incontrare in mattiniero fanciullo,<br />

egli e perduto, che una gragnuola di sassi gli toglie ogni ritirata<br />

e non gli lascia tregua, se prima non è morto. Resta allora<br />

schiacciato colle larghe zampe sconciamente aperte e stecchite,<br />

spettacolo nauseoso in mezzo alla via. Nell'inverno, lungo le<br />

strade lacuali e nelle interne, se ne trovano a decine, un dietro<br />

l'altro,<br />

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