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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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Salò deve esser stata per certo antica stazione romana, se<br />

con questo od altro nome non so. Silvan Cattaneo ci dice che vi<br />

si trovavano templi dedicati a Nettuno e a Cesare Augusto, demoliti<br />

nel 1453 per erigervi l'odierna Parocchia 1 ed altri a Giove<br />

vero villaggio, un tempo emporio <strong>del</strong> romano commercio sulla riva orientale<br />

<strong>del</strong>l'Adriatico, lunga si stende a piedi di verdeggianti e morbide colline a guisa di<br />

anfiteatro su un ampio golfo sorridente e tranquillo quasi chiuso davanti dalla<br />

grossa isola Braza e da altre minori. Pochi luoghi fece natura tanto somiglianti<br />

l'uno all'altro come Salò a Salona; dolci ambedue nel nome che cosi li avvicina,<br />

dolci per diffusa serenità d'aria e di cielo. Una persona a me cara che per lunga<br />

dimora in Dalmazia assai conosce Salona, passeggiando meco or non è molto<br />

lungo il lago a Salò sulla via detta le Zette, d'onde tutto l'arco gentile <strong>del</strong>la variopinta<br />

e allegra cittadetta si abbraccia, e i colli intorno e i casali pittoreschi e<br />

l'intera magnificenza <strong>del</strong> lago in fondo terminato dal Baldo, «mi pare» diceami<br />

«di passeggiar sulla strada <strong>del</strong>le Castella». E strada <strong>del</strong>le Castella, è detta in<br />

Dalmazia quella che per un’ora circa di cammino sempre in vista <strong>del</strong> mare separa<br />

Spalato da Salona. Nulla di più <strong>del</strong>izioso di quella strada che dominando il<br />

golfo, ivi somigliantissimo a un lago, con lento pendìo sale verso Salona tra fiorenti<br />

campagne in cui la vite amoreggia colle più rare piante <strong>del</strong> tropico. Veggasi<br />

ora se forse nel lontano movimento dei popoli qualche Salonitano da fortunosi<br />

eventi portato fin qui per la somiglianza <strong>del</strong> luogo abbia voluto qui anche nel<br />

nome veder ricordata la patria.<br />

1 Nella piazza <strong>del</strong>la Chiesa, di fronte all'antico sagrato, stanno ancora due piedestalli<br />

di pietra bianca levigata avanzi di sepolcrali monumenti. In quello a sinistra,<br />

scolpita in cornice discretamente conservata, si legge la seguente epigrafe:<br />

SEX LAETILIO<br />

SEX FIL PAB<br />

FIRMINO<br />

VI VIR AUG.<br />

LAETILIAE<br />

VERA ET SECUNDA<br />

FRATRI PIISSIMO.<br />

e in quello a destra più maltrattato dal tempo e dagli uomini, la seguente:<br />

M. TEBENTIUS<br />

PYRAMUS<br />

VI VIB. AUG.<br />

LAPPIO APHOBETO<br />

VI VIR. AUG II<br />

GRATUITO AMICO<br />

TERENTIAE PISTAE<br />

SOR... MESSI... CURAE<br />

La penultima riga si legge appena, l'ultima è inintelligibile per un foro quadrato<br />

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