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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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Io non so se le ragioni addotte dal Gargnaui siano le vere, e<br />

se bastanti esse sole a spiegare la ripetizione oggi frequente di<br />

un fenomeno prima rarissimo; so però che tra tutti i fenomeni<br />

meteorici questo <strong>del</strong>la nebbia, pur subendo le influenze <strong>del</strong>le<br />

stagioni, <strong>del</strong> vento e <strong>del</strong>la pioggia, è forse il più sensibile ai mutamenti<br />

che avvengono nelle condizioni fisiche di un luogo; così<br />

che il taglio di una, foresta, l’apertura o la chiusura di un corso<br />

di acqua, l’allargarsi o il restringersi d’un fondo paludoso, o anche<br />

soltanto la mutata coltura di un terreno, sono spesso cause<br />

sufficienti a produrre un cambiamento essenziale nella manifestazione<br />

<strong>del</strong> fenomeno.<br />

Comunque sia, il fatto certo è che la nebbia quasi sconosciuta<br />

in antico, e come cosa rara anzi straordinaria notata, da più<br />

di un secolo non è cagione di maraviglia agli abitanti <strong>del</strong> <strong>Benaco</strong>.<br />

Mi affretto a soggiungere che non però con eguale frequenza<br />

e fittczza visita essa ogni parte <strong>del</strong> lago. Più rara e fuggevole<br />

apparisce nella parte settentrionale e lungo la sponda di occidente<br />

che ha nome Riviera di Salò; qui più che nebbia vera, può<br />

dirsi leggero polverio e torbidezza <strong>del</strong>l’aria che appanna la lucentezza<br />

<strong>del</strong> cielo, ma svanisce coll’avanzarsi <strong>del</strong>le prime ore<br />

<strong>del</strong> giorno; fenomeno assai somigliante a quello che i metereologi<br />

chiamano nebbia secca, prodotta, come vogliono alcuni, da<br />

influenze elettriche, o forse da movimenti sismici <strong>del</strong> suolo. Più<br />

folta, più greve e frequente si stende invece come regina<br />

<strong>del</strong>l’acqua nel mezzo e a mezzogiorno <strong>del</strong> lago, confondendo in<br />

un solo grigio colore i monti e le valli e le pendici e le rive e il<br />

cielo con esse. Ivi veramente appare senza confini il <strong>Benaco</strong>, misterioso<br />

e cupo come mare nella caligine avvolto; ivi e allora<br />

l'occhio vaga smarrito nella solitudine triste di cui invano tenta<br />

misurare<br />

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