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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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tra i Longobardi stessi e la nessuna coesione di un regno rapidamente<br />

messo insieme ma non mai consolidato e fuso così da<br />

formare un tutto omogeneo, queste ed altre cause avvicinarono<br />

la caduta <strong>del</strong>la dominazione longobarda.<br />

Ultimo re di questa gente fu <strong>De</strong>siderio (756) di patria bresciano,<br />

di nobile e cospicua famiglia che aveva possedimenti a<br />

Ghedi, a Leno, a Gottolengo, a Gambara, a Pavone <strong>del</strong> Mella,<br />

forse anche sul nostro lago, in Valtenese. A questo re, dice il<br />

Gratarolo, poter attribuirsi la fondazione <strong>del</strong>la terra di Barbarano,<br />

che, come si è detto, oggi non è che una contrada di -poche<br />

case a poco più di un chilometro da Salò. Il Gratarolo fonda la<br />

sua supposizione sopra un decreto - non dice però quale - di<br />

detto re, nel quale questi vorrebbe giustificarsi contro le querele<br />

<strong>del</strong> Papa, e soggiunge che per esser stato quel luogo fondato da<br />

persona scomunicata, non è rimaso altro vestigio che il nome, il<br />

quale si serba ancora nella contrada e in un fiumicello che fa<br />

prima andar i molini e poi entra nel lago.<br />

Che Barbarano sia stato edificato da <strong>De</strong>siderio non si può<br />

provare; che il documento a cui s'appoggiò lo storico salodiano<br />

nell'avanzar questa possibilità non si conosce; che però fosse<br />

terra di qualche importanza viene dimostrato dalle scoperte ivi<br />

fatte di rovine di fabbriche antiche, di monete e vasi di cotto e<br />

sepolcreti, le quali cose fecero credere all'esistenza colà di un<br />

cimitero 1 . Ad ogni modo anche la leggenda ha il suo fondo di<br />

verità, onde nessuna meraviglia che se non edificatore di paesi<br />

fosse <strong>De</strong>siderio in quel luogo possessore di case e di terreni e vi<br />

si recasse per interessi, o a caccia nelle selve dei monti ivi attorno<br />

e nella Lugana 2 .<br />

1 PERANCINI. Mem. stor. di Barbarano - Nota 4 a .<br />

2 Nel ciclo luminoso <strong>del</strong>la sua fantasia, questo vide certo il poeta nostro quando<br />

cantò:<br />

Ivi in fremente selva <strong>De</strong>siderio<br />

Agito a caccia poi cignali e daini,<br />

Fermo il pensiero a la corona ferrea<br />

Fulgida in Roma per la via de' Cesari.<br />

(CARDUCCI. - Da <strong>De</strong>senzano).<br />

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