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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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subito sotto lo strettoio per distruggere le larve che contengono<br />

e così diminuire almeno il danno futuro 1 .<br />

Il prof. Aloi assicura che in alcune contrade <strong>del</strong>la Sicilia il Daco<br />

fa poco danno perché la raccolta <strong>del</strong>le olive si fa anticipatamente.<br />

Il conte Lodovico Bettoni asserisce d'aver più volte osservato<br />

che sul <strong>Benaco</strong> la mosca <strong>del</strong>le olive non compare quando<br />

l'inverno e la prima parte <strong>del</strong>la primavera corrono miti e sono<br />

seguiti da repentino abbassamento di temperatura. Argomenta<br />

che l'improvviso freddo uccida l'insetto già disposto e pronto a<br />

formarsi 2 .<br />

L'altro insetto dannoso all’ulivo nostro è l’Hylesinus oleiperda,<br />

<strong>del</strong>l'ordine dei coleotteri, qui chiamato tarlo <strong>del</strong>l’ulivo. È di<br />

color nericcio, ha corpicciuolo rotondeggiante cosparso di peli,<br />

capo tozzo incassato nel corsaletto. La femina <strong>del</strong> tarlo ferisce il<br />

ramo <strong>del</strong>l’ulivo e nella ferita lascia l’uovo, che maturandosi sviluppa<br />

una larva biancastra che vive e s'aggira sotto la corteccia<br />

suggendone<br />

1 Vogliono i Francesi che l'idea <strong>del</strong>l'anticipata raccolta <strong>del</strong>le olive per scemare il<br />

danno <strong>del</strong> daco si debba al francese Guerin-Meneville; ma il Genè - già prof. di<br />

zoologia e direttore <strong>del</strong> Museo zoologico <strong>del</strong>l’Università di Torino, morto nel<br />

1847 - rivendica all'italiano Padre Giudice il vanto di averla primamente suggerita.<br />

E lo stesso Genè l'approva in mancanza di meglio con belle parole che riporto<br />

volentieri, anche perché mi pare che un'esperienza fin qui non mai tentata<br />

largamente nella nostra regione potrebbe riuscir, presentandosene l'occasione -<br />

quod Dii omen avertant - vantaggiosa, come fu vantaggiosa in altri luoghi. Scrive<br />

il Genè. «La specie e la storia naturale <strong>del</strong>l’insetto rovinoso sono da gran pezza<br />

conosciute; l'impossibilità di fugarlo dagli oliveti con alcuno di quei facili rimedi<br />

che alle sole menti volgari è lecito vagheggiare, è ormai dimostrata da cinquant'anni<br />

di ricerche e di prove infruttuose; resta solo il provvedimento suggerito<br />

da quel sensatissimo uomo <strong>del</strong> P. Giudice; provvedimento il quale, perché in<br />

ogni sua parte razionale, è ora invocato dal massimo numero dei nostri più illuminati<br />

osservatori e scrittori. Se non vuolsi adottare con piena ed assoluta, confidenza,<br />

lo si adotti almeno in via temporaria e a modo di prova; pochi anni consecutivi<br />

basteranno a porne in chiaro l'efficacia o la inefficacia». E le prove si<br />

fecero e riuscirono.<br />

2 «L'agricoltura nei contorni <strong>del</strong> lago di <strong>Garda</strong>.» Milano. 1879.<br />

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