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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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l'umore, finché trasformandosi un po' alla volta diventa insetto<br />

perfetto. Il tarlo nutrendosi degli umori <strong>del</strong>la pianta ne turba<br />

naturalmente le regolari funzioni e ritarda o arresta la vegetazione<br />

e intisichisce il ramoscello entro cui sta nascosto causandone<br />

spesso la morte. Fortunatamente sul <strong>Benaco</strong> parecchi anni<br />

di seguito vanno esenti da questo flagello.<br />

Il terzo insetto e la tina oleaella <strong>del</strong>l’ordine dei lepidotteri,<br />

volgarmente tignuola. È una graziosa farfallina con esile corpicciuolo<br />

e ali in proporzione grandette, di color grigio o bruno<br />

punteggiate di giallo. Tutti conoscono i danni che fa la tignuola<br />

allo stato di larva; che tutto rode e rovina nel granaio, nella dispensa;<br />

negli armadi. Quella <strong>del</strong>l'ulivo, secondo l'entomologo<br />

prof. Achille Costa citato dall'Aloi. passa in un anno per quattro<br />

generazioni, <strong>del</strong>le quali la prima attacca le foglie, la seconda le<br />

gemme, la terza i fiori; la quarta i frutti, causandone la caduta<br />

col roderne il picciuolo.<br />

Oltre gli insetti, sono nemici <strong>del</strong>l'ulivo le piante parassite che<br />

ne rivestono il tronco specie nei luoghi umidi e poco aereati,<br />

come licheni, muschi, edera ed altre. Il coltivatore potrà facilmente<br />

liberarsene raschiandole, quando sia però persuaso che<br />

in luogo di proteggere la pianta dal freddo, come oggi qui da<br />

molti si crede, esse la danneggiano perché mantengono l'umidità,<br />

favoriscono la carie e sono semenzaio d'insetti 1 .<br />

1 (1) Catone chiama perniciosi i muschi che crescono sull'ulivo; e Columella vuole<br />

che siano raschiati con ferri. Quem nisi ferramento raseris, nec fructum, nec<br />

laetam frondem olea induet, (Lib. 5° cap. 9°). Palladio ripete lo stesso avviso:<br />

Muscus semper radatur arboribus. (<strong>De</strong> re rustica. Lib. 11° Tit. 8°). Dannosissima<br />

all’ulivo è l'edera che molti credono innocente. L'edera, dice Pietro Vettori, apre<br />

le mura e le fa rovinare, e secondo l'opinione dei più intendenti nuoce perfino<br />

alle quercie a cui s'aggraticcia, quantunque abbiano grossa corteccia e siano<br />

ruvide e ronchiose; imaginarsi poi come debba molestare gli ulivi che hanno<br />

<strong>del</strong>icatissima buccia, (Trattato degli ulivi. Milano. 1800).<br />

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