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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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de' colli benacensi inaridiva 1 . Lo stesso anno in settembre, una<br />

spaventevole invasione dì cavallette recò gravissimo danno ai<br />

raccolti e agli alberi. Dice il Moscardo che dopo aver distrutto<br />

ogni cosa, passando esse sopra il lago di <strong>Garda</strong> annegarono tutte.<br />

Nuova guerra poco dopo s'accendeva tra Venezia e il duca di<br />

Ferrara Ercole d' Este (succeduto al fratello Borso) per pretese<br />

di dazi e imbarazzi da lui suscitati alla Repubblica nelle saline di<br />

Comacchio, e per offese recate a un gentiluomo veneziano, aggiungono<br />

gli storici veneti, o meglio pel desiderio di Venezia<br />

d'allargarsi ai danni di lui, come altri asseriscono. Stavano colla<br />

Repubblica il Pontefice (Sisto IV°), Gerolamo Riario nipote di lui<br />

signore di Forlì - a cui era stato promessa qualche altra terra<br />

nella Romagna - Genova e il marchese <strong>del</strong> Monferrato; con Ercole<br />

erano Firenze, Lodovico Sforza (il Moro), il re di Napoli Ferdinando<br />

e Bologna.<br />

Il grosso <strong>del</strong>l'esercito Veneziano, sotto gli ordini di Roberto<br />

Sanseverino - dal Sanuto chiamato il potente Roberto 2 - si portò<br />

da prima nel Veronese (1483), poi nel Bresciano, dove già il duca<br />

di Calabria Alfonso, condottiero <strong>del</strong>l' esercito nemico, avea<br />

occupato Calcinato e altre terre, e tormentava Brescia e accennava<br />

di voler impadronirsi di Lonato. A rinforzar questa terra<br />

con fosse e bastioni, valendosi <strong>del</strong>l'opera dei suoi soldati e dei<br />

terrieri, tutto si rivolse il Sanseverino; che munitala fortemente<br />

ne usciva ogni tanto a molestar il nemico, riuscendo perfino a<br />

deviar<br />

1 Questa notizia raccolta dall'Odorici da una cronaca <strong>del</strong> Melga (Jacopo Melga<br />

bresciano fu medico e scrisse la sua cronaca dal 1477 al 1488), mi par esagerata,<br />

e ciò non già perché la coltivazione dei cedri, come scrisse il Bettoni, fosse ben<br />

poca in quel tempo nella Riviera, che si è già dimostrato nefla Iª parte come anzi<br />

dovesse esservi fiorente, ma perché se tanto fosse stato il freddo da spogliar<br />

quasi di quelle piante la regione, non avrebbe parlato il Sanuto dei zardini di<br />

zedri, naramari et pomi damo infiniti, nè degli olivari che pareno boschi, visti in<br />

Riviera nel 1483, e cioè appena cinque anni dopo quel terribile inverno.<br />

2 Itinerario. (Bergamo).<br />

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