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- 2 Benaco completo De Rossi testo - Archivi del Garda

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Tutto il vasto territorio <strong>del</strong>la Val Tenese, già selva o palude,<br />

veniva un pò alla volta sistemandosi: si atterravano i boschi, s'inalveavano<br />

rivi e torrenti, si prosciugavano e dissodavano terreni,<br />

s'aprivano strade, e nuova vita succedeva operosa ed allegra<br />

alla solitudine e alla tristezza di prima. Al posto <strong>del</strong>la quercia<br />

frondosa, protettrice severa degli amori e <strong>del</strong>le battaglie dei caprioli<br />

e dei cervi, si piantavano viti ed ulivi, e nei campi poc' anzi<br />

sommersi o melmosi per acque stagnanti passava l'aratro e<br />

biondeggiavano le spighe.<br />

Coll'aumentare <strong>del</strong> territorio coltivabile cresceva la popolazione<br />

agricola, e nella vasta Valtenese, e per tutto intorno al lago<br />

sorgevano come per incanto villaggi e casali, quasi piccole<br />

colonie distaccate dai centri principali, ingrossati anch'essi dall'affluire<br />

di nuovi lavoratori 1 .<br />

Tra le opere insigni compiute in servizio <strong>del</strong>l'agricoltura e<br />

<strong>del</strong>l' industria da quei laboriosi e arditi padri nostri, va ricordata<br />

la Seriola Lonada, derivata dal fiume Chiese poco sotto il ponte<br />

di Coglione, scavata nel 1371 a comune vantaggio <strong>del</strong>le due terre<br />

di Lonato e Bedizzole 2 .<br />

1 A dimostrare la diversa importanza dei comuni <strong>del</strong>la Valtenese nel secolo XIV°,<br />

riporta il Fossati un elenco dei fuochi <strong>del</strong>la Comunità <strong>del</strong>la Riviera, rettificato nel<br />

1387 da Bortolo Lancetta da Maderno, Martino qm. Ognibene da Gardone e<br />

Bertolino Bertolini da Salò. In esso si legge che Scovolo aveva fuochi 68, Manerba<br />

37, Polpenazze 23, Puegnago 21, Sojano 12, Moniga 7 e Raffa 4;<br />

in questo stesso tempo, Gargnano ne contava 110, Salò 90, Toscolano 70. (Valle<br />

Tenense).<br />

2 Pochi anni dopo il compimento <strong>del</strong>l'opera nacque tra le due Comunità contesa<br />

sulla quantità d'acqua a ciascuno spettante: ne seguì nel 1386 sentenza arbitrale<br />

in data 22 novembre, rogata dal notajo qm. Venturino de Lucij, con la quale a<br />

Bedizzole venne assegnata l'ottava parte <strong>del</strong>le acque <strong>del</strong>la Seriola, da estrarsi<br />

con sei bocchetti di cui un solo sempre aperto, e gli altri a vicenda, in ore assegnate.<br />

Le condizioni <strong>del</strong>la sentenza non pare venissero osservate dal Comune di<br />

Bedizzole, onde nuovi litigi, a risolvere i quali quei di Lonato ricorsero a Venezia.<br />

Michele Foscarìni Podestà e Lorenzo Cappello Capitano di Brescia, furono <strong>del</strong>egati<br />

a comporre-le divergenze: essi, udite le parti, ordinarono che i sei bocchetti<br />

già concessi a Bedizzole fossero a spese <strong>del</strong> Comune di Lonato ridotti a due, con<br />

la costruzione di nuovi vasi da servire alla condotta <strong>del</strong>l'acqua. Bedizzole non ne<br />

fu contenta e appellò la sentenza, e il 10 settembre 1622 si addivenne a una<br />

transazione, per la quale al Comune di Bedizzole venne assegnato un ottavo e<br />

mezzo <strong>del</strong>l'acqua, da cavarsi con tre bocchetti da costruirsi a spese dei Lonatesi,<br />

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