Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

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particolari nel caso nostro questo procedimento logico,
se venisse applicato sin da principio nell'osservazione
clinica di un alienato, potrebbe dar luogo a gravissimi
errori diagnostici. Quando un pazzo ci si présenta agitato
o stupido, noi possiamo dedurre solo in una certa
misurach'egli presenterà anche quoi determinati caratteri
psicopatici che sappiamo connettersi con lo stato di
agitazione o di stupore: pub succedere che questi caratteri
si trovino in lui solo parzialmente, oppure che
essi siano in sostanza diversi da clô che ci eravamo
immagtnati sulla falsariga dei nostri concetti astratti
intorno a quella speciale forma morbosa. Un'illazione diagnostica
fatta in via deduttiva pub riguardare tutto al
più i caratteri generici d'una psicopatia, non mai gli
specifici o individuali che sono, corne testé vedemmo,
i più importanti.
Ma non basta: fa d'uopo anche scoprire il determinismo
speciale dei fenomeni, che varia caso per caso.
Sarebbe assurdo separare un qualsiasi sintomo dalle
circostanze in mezzo allé quali esso si manifesta, poichè
Io studio dei fatti naturali ci ha insegnato che la nostra
rappresentazione di causalità si basa unicamente
suHe relazioni di continuità, di coincidenza e di contrasto.
Qualora noi studiassimo un fenomeno senza por
mente alle condizioni peculiari che lo precedono, lo accompagnano
e lo seguono, arriveremmo bensi a conoscerlo
nella sua apparenza estrinseca, ma non nella sua
natura intrinseca o nel suo significato clinico. Corne si
potrebbe pretendere di giudicare un'idea, un sentimento,
un atto d'un pazzo, disgiungendoli da tutto ciô che ce
ne potrebbe dare la spiegazione e farcene apprezzare il
valore? Un'idea delirante o un'azione impulsiva, apparentemente
identiche in due o più malati, dipendono
quasi sempre da circostanze causali diSerenti, e a seconda
della causalità che le ha determinate noi dobbiamo espri-