Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

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oppuretroppe ad un tempo ne insorgono nella'nostra mente.
In'allora « perdiamo il dizionario », preferiamo i motti brevi
o poco difficili, le frasi corte o intercise, usiamo parole scorrette,
volgari e grossclane, abusiamo della ripetizione, nella
foga o nell'arresto del dire trasformiamo le parole, capovolgiamo
le frasi, ne elidiamo una parte e spesso non la più inutile
(soggetto, pronome), non discorriamo più con chiarezza,
né con proprieta, nô con armonia di linguaggio. Se l'emozione
non è tale da conturbare la formazione interna delle parole
e la loro omissione, noi possiamo trarre il massimo profitto
dalla loro efficacia significativa ed elevarci allé più alte e
più evolute forme di elocuzione (trasiati e figure rettoriche,
apostrofi linguaggio poetico). Tutto questo ci dà la chiave
per interpretare le di s f r a s i e émotive degli alienati.
c). Determiniamo ora, seconde il~consueto, le leggi generali
della nsio-psicologia della dizione, per porre
in loro raffronto le sue fondamentali alterazioni.
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