Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

ATTIVITA PSICOMOTORIA E CONDOTTA. L99
di volontario, diventa usa volizione. Ora, nel pazzo
l'attività psicomotoria ci dà il primo e più fedele specchio
dello stato morboso, in oui cade rorgano psichico per
eccellenza, la corteccia. A seconda che questa è colta
da sovraeccitazione semplice, da irritazione, da esaurimento,
da torpore, da arresto, e a seconda deU'intcgrità
o della leaione anatomica dei suoi fini elementi
costitutivi, si avranno disordini generali della condotta
che riguarderanno due aspetti precipui dell'attività comotoriapsi-
1~ Il suo svolgimento formale corne prodottodellafunzionerefiessacorticale,e
quindi
la forza, persistenza, vivacità, associazione ed inibizione
sistematica deHe tendenze, dalle QuaUderivano le azioni
e reazioni individuali. Da questo lato, l'attività psicomotoria
del pazzo si pub trovare esagerata, eccessiva,
sproporzionata alla intensità degli stimoli esterni, scaricata
per le vie centrifughe a mo' di convulsione tonico-clonica
e avremo nella condotta un eccesso morboso
di azioni e reazioni (îperp~a). Pub, al contrario,
essere indebolita, esausta, ostacolata,e pur anche
sospesa; e di conseguenza la condotta si renderà povera
di azioni spontanee e persino inerte
(;poprassia, aprassia).
nel réagira
2.° Il suo rapporto con la coscienza, e soprattutto
con la consapevolezza di agire in vista di un
fine. Da questo lato, l'attività psicomotoria puô essere
nel pazzo conscia od inconscia, a seconda che egli abbia
o no la percezione dello sforzo di movimento, volontaria
od involontaria a seconda che egli si rappresenti
o no le conseguenze del movimento e possa regolarlo,
sospenderlo e impedirlo del tutto mediante rinterferenza
inibitoria di imagini motrici antagonistiche. Si badi fraiianto
che il pazzo, al pari del sano,puô compiere azioni
!/n~o~