Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

DIVERGENZA DALLA CONDOTTA DEL SANO. 5S9
13)Non è facile dire in che consista la d i ve r g e nz a
tra la condotta d'un alienato e quella d'un s a no
di mente: in altri termini, non è facile stabilire i
criteri ejettivi, dai quali si possa dûsumere che un individuo
si conduco da pazzo nel!e varie eventualità dell'esistenza.
È evidente pertanto che la diagnosi di « condotta
pazza » n di « condotta pazzesca » si fonda nella
pratica e nel consenso dell'universale sui dati seguenti:
1.° opposizione fra i motivi impellenti all'atto e le condizioni
esterne, nellc quali si trova l'individuo e il contrasto
è dovuto a ciô che questi ha perduta o non ha
acquistata la capacità di riadattare i suoi sentimenti e
concetti erronei all'ambiente (criterio deIFtMCor~ï-
~d finale delle azioni);
2.° opposizione fra gli atti,
di cui ora consta la condotta del malato, e le manifestazioni
antecedenti del suo carattere, quando era nello
stato' di salute (criterio deU'~coM~'MeM~ o incoerenza
personale); 3.~ opposizione fra la condotta
dell'individuo deficiente, anomalo o alienato, e quella che
nelle stesse circostanze di ambiento avrebbe la grandissima
maggioranza delle persone sane, tenuto conto
dei sontimenti ed interessi si dell'individuo che dell'ag"
gregato (criterio del disadattamento sociale).
La questione qui ind!cata.é di supremaimportanzapcr la
Psichiatria nei suoi rapporti con la Giurisprudenzae col Diritto,
poichè, conformeal modocon cui.cssa è risolta, viene
pure definitol'arduo problemadcHaresponsabilita.
Non
è questoil !uogodi trattare l'arg-omcnto(veggansile opèredi
Psicologiaforense e di Sociologiae Anh'opoiogiacriminale')
gtoveraperô ricordare, iu via somma.ria,che per denairc e
stabilire la natura morbosa o pazzescadi una condotta v