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Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

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LA PAROLA SPONTANEA NEGLI ALIENAT!. 99<br />

dev'essere invece del tutto passiva, salvo i casi che più avanti<br />

u<strong>di</strong>cheren-lo con maggior dettaglio nelFesame clinico del li<br />

~ua~gio. Sotto l' influenza <strong>delle</strong> allucinazioni, del delirio, o<br />

anche della semplice iperattivita. dei centri ideativi, i pazzi<br />

b'abbandonano spontaneamente alle più svariate espressioni<br />

fjnich~.in rapporto con le loro percezioni, imagini ed emozioni<br />

ossi emettono grida e voci iuarticolate, esclamazioni, gemiti,<br />

parole e frasi <strong>di</strong> più o men logico significato e <strong>di</strong> più o meno<br />

corretta forma; fanno monolog'hi, o conversano con personaggi<br />

misteriosi extra.-reaU e inaue, come se si trovassero in<br />

istato <strong>di</strong> sogno, assistono con la loro ammalata imaginaxiuue<br />

a sceue ora corniche ora tragiehe, accompaguandole<br />

in mailiera più o meno atdva. con movimenti espressivi. L'os.<br />

serYatore deve raccogliere sempre con la massima cura queste<br />

manifestazioni autonome della pazzia, registrare i suoni,<br />

le voci, le parole anche staccato, le frasi anche sconnesse, i<br />

&o!iloquî, i <strong>di</strong>aloghi a due o più voci imitate,<br />

tutti del suo soggetto.<br />

i gesti, gli atti<br />

L'esatta riproduzione della parola spontanea si raggiunge<br />

facilmente, adottaudo il processo della .~eMo~ra/M: essa non<br />

lascia sfuggire nulla che possa illuminare il <strong>di</strong>agnostico, e puô<br />

condurci alla scoperta <strong>di</strong> uno stato alluciuatorio, d'un delirio,<br />

d'un affetto morboso. Nei casi dubbii e molto importanti,<br />

quando si volesse conservare la prova materiale della psicopatia,<br />

o scoprire una simulazione il /bMo~r~/b darebbe, io<br />

penso, notevoli risultati poichè, oltre alla parte formale de!<br />

liuguaggio spontaneo, questo preziosissimo strumento serve a<br />

fissare anche altri caratteri della voce articolata, che né la<br />

nostra memoria, né la stessa stenografia varrebbero a con-<br />

~crvare: tali sono il timbre, la forza, l'aumento e la <strong>di</strong>minuzione,<br />

la rapi<strong>di</strong>tà e lentezza, le pause, le ripetizioni, gli accenti<br />

délia voce, non che la durata dell'intero fenomeno morboso.<br />

Le forme cliniche, in cui questi processi <strong>di</strong> osservazione<br />

passiva sono più utilmente applicabili, appartengono alla frencsi<br />

sensoria o allucinatoria, alla paranoïa, alla pazzia sistemaiizzata<br />

secondaria, alla paralisi progressiva, ma sovra tutto<br />

alla pazzia isterica. Fin qui, invero, il campo più fruttuoso<br />

per il metodo stenografico è stato il delirio allucinatorio ed<br />

ecmnesico <strong>delle</strong> istcro-epilettiche, stu<strong>di</strong>ato nel terzo e quarto

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