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Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

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278<br />

ESA~E PSICOLOGICO.<br />

c) Segue una terza <strong>di</strong>stiaxione, che riguarda il c on t e n ut 0<br />

psicologicodei segni. Infatti, gli uni rispondono a manifestazioni<br />

délia sfera ~ëM~u~eM~~t;,gli alu'i a manifeataziutu<br />

della w~A~Ma~: coi primi esprimiamo le omozioni, i sentiment!,<br />

i desiderî, le tendenxe, le volizioni; coi seconde 1~<br />

percezioni, le idee, i concetti. la ambedue i c si possiamo servirci<br />

<strong>di</strong> moveuze numiche, <strong>di</strong> suou!. vocali, <strong>di</strong> traccle materia.li<br />

ma i segni <strong>di</strong> coiiteuuto emotivo sono per la masshna<br />

parte inintenzionati o rellessi, quelli dt ooutenuto concettua!~<br />

sono invece in grande maggioranza imenzionat.i o coscientemente<br />

voluti. La pazzia provoca anche qui un notevole cangiamento<br />

nel linguaggio dell'in<strong>di</strong>viduo: <strong>di</strong>ssolve la coscien~<br />

nei suoi elementi inconsci o subconscî, e quin<strong>di</strong> rende inintenzionate<br />

o reAesse anche le manifestazioni <strong>di</strong> stati concettuai.i<br />

(<strong>di</strong>sturbi del linguaggio interiore, alluciuazioui ed impuL-i<br />

verbali, automatismo délia parola).<br />

Ma la pazzia fa <strong>di</strong> poggio: essa <strong>di</strong>sintegra il segno nei suc't<br />

due elementi che sono la forma e il contenuto; il segn.<br />

perde allora la sua correlazione or<strong>di</strong>naria con lo stato p;-ichico<br />

che normalmente serve ad esprimere, e la sua parte<br />

formate soggiace ad un processo ora ipertrofico ed ora atro.<br />

fico, che ne snatura il significato. Questo avviene specialmente<br />

nella categoria dei segai-concettuali, la cui forma si<br />

é nell'evolu/ioue umaua cosi immedesimata col pensiero, da<br />

rendersi assai dubbio che si possa. pensare umanamente, cioe<br />

coi caratteri del pensiero umano, senza la veste formate dell'idea<br />

(simboli verbali, parole). Moiti pazzi, soprattutto de-<br />

liranti, <strong>di</strong>ventano « formalisti del linguaggio nel piu ampio<br />

senso della frase, e fiuiscono col perdere persino la rnemoria<br />

del valore intellettuale o rappresentativo del simbolo.<br />

cl) Vi è, iufitie, una <strong>di</strong>stinzione da fare nei segni cons!derad<br />

corne mezzi <strong>di</strong> relazione sociale negli aggregati<br />

umani. A questo proposito e ovvio che i segni, per assurgere<br />

al grado <strong>di</strong> espressione comunica.tiva o <strong>di</strong> linguaggio, debb juc<br />

essere coMtp/'ëô'! dai conviventi. Non giova ail'in<strong>di</strong>viduo normalmente<br />

costifuito e sano il servirsi <strong>di</strong> gesti, <strong>di</strong> voci, <strong>di</strong><br />

suoni articolati, <strong>di</strong> simboli, che non abbiano pei suoi simili il<br />

valore <strong>di</strong>espressioni sigtuncautistau psichicinot.oham.ente prccisi<br />

che, se ciascuno <strong>di</strong> noi avesse un linguaggio in<strong>di</strong>vidual'~

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