Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

DURÂTADELt/RSAME PSICHiCO. n9
i brillanti risultati dei cosi detto « occhio clinico 9
tanto in favore presso gU empirici d'ogni tempo e luogo.
L'occhio c~tMïconon serve in Psichiatria che a percepire
i sintomi più superneiaU e di maggior risalto, mentre
gli sfuggono quasi sempre quelli che costituiscono il
vero nocciolo della pazzia, cioè i sintomi subbiettivi:
s'aggiunga che in un esame troppo rapido l'attenzione
si nssa soltanto sui caratteri generali, e non ha il tempo
di raccogliere quel particolari in cui sovra tutto si rifiette
la individuaiità del malato. Certo, la diagnosi di tatune
forme psicopatiche non è difficile a farsi anche sulla
semplice vista del pazzo o dopo un solo brevissimo
interrogatorio, massime quando il disordine mentale si
manifesti più nel contegno e nella parola che non ne!
sentimento e nella condotta; ma darebbe prova di ben
poca prudenza quel medico che da questa casuale possibilità
traesse un criterio abituale di logica diagnostica.
Nel maggior numero dei casi la pratica delta Psichiatria
richiede che l'ammalato sia visto, esaminato ed intcrrogato
a più riprese e che gli indizi testimoniali
vengano raccolti colla massima accuratezza il che naturalmente
esige tempo e paxienza. A questa speciale
difHcoltà pratica della Psichiatria risponde (nei Manicomi
pubblici e privât!) 1' uso di sottoporre i pazzi ad un
determinato periodo c~~osserrazione.
Intorno aU'abusodell' « ocehiocliaico mi piacequi riportare
le auree paroledeI nostro Fr. PLCCt~OTT!: ~IlYerospi-
Dtod'osservazione,non l'hauno in medicinachei veri sapienti:
imperocche,sebbenedue siaMOi principali fondamenddella
medicina,l'o~sfruaJK)?~~ed il ra~!oc~