Manuale di Semejotica delle malattie mentali. Vol. 2. Vallardi. Milano.

TERMINÔÏ~IA ~SICOLOGÏCA. $~
gmiento dell'opera non mi avverra di riuscire oscuro a quui
lettori cui essa è destinata, poiche mi propongo di ben dilucidare
e di bene stabilire il significato di ciascun termine
speciale che do~rô adoperare.
Vi è, infatti, molta incertezza e varietà nei linguaggio psicologico
usato nelle diverse scuole. Dapprima si accettavano,
senza discuterle le denominazioni e deûnizioni delle « facoltà
delF anima ammesso dalla psicologia ortodossa ed accademica
puramente basata sul metodo introspettivo, in altre
parole dalla filosofia e convien confessare che anche oggi
per quanti progressi abbiano compiuto lo studio positivo dei
fenomeni di coscienza e quelle clinico degli alienati, noi portiamo
sempre con noi il fardello per dir cosi, ereditario
dei preconcetti e dei criterî metafisici d'un tetnpo passato.
Cosi negli scritti e nei manuali psichiatrici ricorrono tuttora
alcuni vocaboli il cui senso venne radicalmente modincan-
dosi, o che hanno anzi perduto quasi del tutto il loro significato
primitivo; e vi ricorrono spesso senza che di tale can-
giamento gli autori si dimostrino consapevoli. Taie ad esempio
sarebbe la famosa distinzione deile « facolta » in InteHettuali,
morali e volitive, e quella, che una volta era giudicata assoluta,
fra « l'istinto », il « sentimento » e la « intelltgenza tali i
termini psicologici di « intuixione », « di memoria », di « immagina.zione
~) di « gludizio di raziocinio di « astrazione
», di « ragione », di « volontà », di « coscienza », di
« idea deU'Tb di « libero arbitrio » o