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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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dal Jasolino (14), e da altri moltissimi; pure il Salmazio (15) , il Bocarto (16) e 1’Eritreo (17) opinarono incontrario, atteso che da pythos-dolium-vaso, ne sarebbe derivato pythusae e non pythecusae.Tra i recenti Michelangelo Ziccardi (18) facendo sua 1’opinione riportata dal De Siano in unanota del professor Mazzarella, combatte più direttamente il significato del nome Pitecusa, e si fa aripetere, che questo nome non viene dal greco, perché non i coloni greci furono i primi ad occuparl’isola. Si appoggia in tal concetto sulle opinioni del Mazzocchi, del Martorelli, del Vargas, e del deAtellis, filologi napoletani, e sostiene - Pitecusa è di origine fenicia, tirandola da pithecas expandensignem - come il Mazzarella nel de Siano asseriva nel 1798 - giusto nome di una terra tanto più ignivoma,quanto più indietro si riguarda.Che perciò i Fenici siano stati i primi occupatori dell’isola: costoro precedettero di molto i Greci,ai quali navigando lungo la spiaggia del Mediterraneo, non poteva passare inosservata l’isola inparola, ballottata dall’eruzioni vulcaniche, e dalle lave, in modo che spandendo il fuoco per tutta lasua montana superficie, diede motivo a quegl’intrepidi navigatori ed occupatori della selvaggia Italiadi appellarla Pitecusa cioè terra sparsa di fuoco ovvero terra che spande fuoco - Così questi ultimiscrittori accennati.In fine altri la chiamarono Pythecusae senza additarne ragione; ma solo perché si disse distaccatada Procida, per effetto di disordini fisici, e perciò si volle credere, che questa seconda isola, pria diesser distinta con altro nome fosse considerata parte della prima, e quindi col nome stesso di Pitecusa,mutato in plurale per altro tempo chiamata (20).Questa opinione abbracciata dagli antichi eruditi, fu combattuta dai moderni.Oltre del nome di Pitecusa n’ebbe altro, e fu quello di Enaria.Il Jasolino ed il d’Aloysio dicono (21) ch’ebbe il nome di Enaria, quando vi si ricoverò Enea collasua flotta, per surta tempesta nel mar Tirreno. Plinio dié occasione ad una tale leggenda, lasciandoscritto: Aenaria a statione navium Aeneae dicta (22).(14) Giulio Jasolino - De rimed. natur. dell’isola d’Ischia edizione Napol. 1751, Lib. I.(15) Verlicchi Oss. Crit. Lett. I, pag. 403 e 404.(16) Idem.(17) Verlicchi op. cit. pag. 403.(18) De Rivaz sulle acque d’Ischia 4. Edizione 1838 n. 1. pag. 143.(19) Xenagora, Suida , Diodoro Siculo, Stefano Bisantino, Strabone, e fra i <strong>La</strong>tini Tito Livio, Ovidio chiamaronoPithecusae - Aloysio L. I. oss. crit.(20) Facciolati - Lexic. v. Pitecusa - Duae insulae Inarime et Prochite ab aliquibus Pithecusae vocantur.(21) Jasolino Op. cit. Lib. 1 - d’Aloysio St. d’Ischia Cap. I. pag. 4.(22) Plinio Hist. nat. Lib. III. Cap. 6.10

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