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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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«Quando io stesso mi espongo a questa impresa a me rimanga il pensiero di eseguirla. Io farò cosautile al mio Re, ed al mio onore, e quando sia ai miei disegni invidiosa la fortuna, non fia al Re dannoalcuno, perché io solo con la mia vita mi porrò in pericolo».Tanto coraggio e fidanza l’Ammiraglio dimostrò in quell’impresa progettata, che al re parve approvareil suo disegno e giudizio; per cui si delibera che Giovanni Poo si sarebbe accinto all’attuazione.Ben tosto si fé costruire ed armare una galea a tre ordini di remi, a cui si accoppiarono due altri fusti,e due navi minori.Fatta una scelta dei più agguerriti veterani in tutta la fanteria nel numero di trecento, costoro venneroimbarcati su quei legni, provisti di molta vettovaglia.Di tale spedizione fu dato il comando supremo al Poo e sotto la sua dipendenza furono nominati capitanigli espertissimi Fantaguzzo ed Orioli, aggregati all’impresa.All’imbrunire la piccola flotta salpava dal porto e dava le vele ai propizi venti di Napoli.<strong>La</strong> notte si presentava buia, perché in luna nuova, ma dolce, com’è sempre una notte estiva pressodi noi. Il mare increspato dal vento di levante, periodico nelle notti d’està presso il golfo di Napoli, insostituzione del vento della giornata - il maestrale - portava colla sua propizia corrente il naviglio spintodal vento in poppa.(Anno 1464). Non era da molto varcata la metà della notte, quando la spedizione giungeva sicura atoccar terra dalla parte di occidente dell’isola d’Ischia, a piedi del monte che innalzandosi si congiungeall’Epomeo.Silenziosi, circospetti, prosperamente sbarcarono uomini e vettovaglie in uno spazioso lido spalleggiatodal Monte, la ove appellasi Montevergine di Zalo.Le galee si mandano nel porto di Gaeta.L’ardimentoso drappello senza incontrare ostacolo ascende il monte Epomeo, alla cui vetta fin da queitempi stava una piccola chiesetta dedicata a S. Nicola di Bari (163): non molto al di sotto della quale,dalla parte N. O., vedevasi un vecchio bastione, costruito molto tempo prima per ricovero delle gentidell’isola, negl’improvisi assalti de’ mari. Questo sito in barbaro vocabolo appellavasi la Bastia (164)ed era occupato da regi militi, ai quali dato il segno dai nuovi venuti, essi corrisposero con sollecitudine,e li accolsero con indicibile gioia, perché inatteso rinforzo.Radunati su quel monte gli uffiziali, e comandanti di quelle truppe, costoro tennero consiglio dal163) L’eremitaggio di S. Nicola di Bari sulla vetta dell’Epomeo esisteva fin dal 1459, atteso che il Pontano storicodi quel tempo, trattando della dettagliata descrizione della battaglia fra Giò: d’Angiò ed il presidio Aragoneseindica questa chiesetta.164) Il sito detto la bastia, corrottamente nominato dai villani la vastia contiene pochi ruderi di fabbriche dell’anticobastione indicato dal Pontano nel lib. 6 delle guerr. napolit. ai tempi di Ferdinando I d’Aragona.62

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