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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Pronunziate de’ discorsi al popolo: gli alberi della libertà saranno piantati, la coccarda rossa, gialla ebleu sarà inalberata; gl’inni repubblicani saranno cantati. Feste solenni riuniranno i nuovi figli dellalibertà, e celebreranno questo beneficio».A tali istruzioni i patrioti dell’isola d’Ischia incaricati dal governo provvisorio di Napoli, facienti partedei clubi rivoluzionari, attuarono quivi una tale novella istituzione.Nel comune di Ischia Antonio Candia, accompagnato dal figlio Girolamo, dai patrioti Antonio deLuca, Francesco Buonocore ed altri, nella piazza del Comune ove dicesi terra-zappata, piantò l’alberofregiato dai tre colori e dalla coccarda rossa, gialla, e bleu; coccarda di cui erano parimenti decorati icittadini tutti, che fra le grida di allegrezza, i canti ed i suoni delle campagne del Duomo e dello SpiritoSanto, proclamavano il nuovo regime.Era il Candia cancelliere di quel comune.Perorò al popolo dicendo – «Non dovevansi più temere le catene, né le prigioni della tirannia, esposegl’inapprezzabili vantaggi della libertà, mentre l’agricoltura sarebbe stata incoraggiata, il commerciorisorto, ristabilita la marina, e tutti i rami della pubblica amministrazione, avrebbe fatto fiorire la libertà».Il popolo appludiva, il popolo gridava Osanna, quel popolo medesimo più tardi gridò Crucifige!Questo è il popolo quando non ha coscienza di sé!Si devenne dopo all’elezione de’ membri del municipio; Antonio de Luca fu eletto Sindaco.Dove era stato piantato l’albero della repubblica, quando quella meteora si dissipò, e quel segnale didemocrazie fu abbattuto; in quel sito fu innalzato una colonna, sormontata da una Croce, sotto dellaquale il Canonico D. Antonio Colonna facea imprimere due suoi distici, che chiaramente esprimevanoil pensiero dell’autore (263).Nel comune di Forio, verso il finir di Gennaio i preti D. Gaetano Morgera e D. Vito d’Abundo col legaleSaverio Biondi, piantavano l’albero della repubblica al largo di S. Francesco, ed il marinaio Politodetto Cacarone si era quegli che lo inalzava, sormontandolo col suo frigio berretto di lana rossa, cheusano i contadini, ed i marinai-corallini dell’isola (264).Il prete Morgera dopo un patriottico discorso, lesse al popolo tutti i proclami del Generale in capodell’esercito francese, e quelli del governo provvisorio della repubblica partenopea.263) Te coelum colito, Crux tellus, aequor, avernusIn te numen homo crimina cunata luitCrux non truncus iners, nobis est vera libertasHaec, trunco avulso, quam veneranda nitet.264) Questi berretti si vendono in Marsiglia ed in Genova e per lo più ne fanno uso i marinai della costiera.124

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