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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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Si verificò la sentenza d’Isabella, Giovanni non fu riconosciuto... fu sventurato!Fu Giovanni d’Angiò invitto e prode capitano; lasciò presso la nobiltà di Napoli di sé gran desiderio,accompagnandolo nell’infortunio il compianto de’ buoni, e l’affetto di non pochi cittadini delle napoletaneprovincie.Nel tempo che il d’Angiò avea dimorato sull’isola d’Ischia, col suo portamento si avea cattivatol’affetto di quanti lo trattarono, la stima di quel Prelato - Egli fu di costumi moderato, di fede integro,timoroso di Dio, uomo grato, liberale, amatore del giusto, e dell’onesto, e sopra l’ingegno de’ francesigran circospetto e severo (169).Appena ricoverato sulle galee se ne partì per la Provenza ritornando nella sua terra natale, ove pocoaltro tempo visse, e premorì a suo padre Renato.quale fece tosto ricamare sulla bandiera Aragonese, il restante del versetto dell’evangelista, che fu più veridicodella proposizione principale, e più a proposito applicato, nell’intero passo, mentre Giovanni d’Angiò fu virtuoso,e sventurato principe.169) Nel descrivere, il Pontano cortigiano di Ferdinando I le qualità di Giovanni d’Angiò in un modo così lusinghiero,bisogna due fatti ammettere: l’indipendenza dell’animo e del carattere dell’illustre Pontano nella <strong>storia</strong>; lavirtù del d’Angiò che brillò anche agli occhi de’ nemici suoi.66

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