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storia dell'isola d'ischia giuseppe d'ascia - La Rassegna d'Ischia

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schifosi insetti, cibandosi del suo sterco, finiva da bruto, anzi meno di bruto, finiva da mostro, una vitad’infamie e di delitti, soffrendo un supplizio così atroce, così ributtante, così straordinariamente terribile,ch’egli non seppe e non potette applicare ad alcuna delle tante vittime immolate al suo furore, allasua sete di sangue: che solo la giustizia di Dio avea per lui serbata, come ricompensa allo più spietatocarnefice, che la stessa potesse annoverare fra gli empi e i disumani servitori della tirannia.E chi più empio e disumano di Speciale?Chi più abominevole di questo mostro, che la natura per sbaglio gettava sulla terra sotto le umanesembianze, dopo di avergli concesso l’istinto e la ferocia di una jena?...Per completare il tristissimo quadro di quegli infausti tempi, conviene aggiungere altri dolorosi avvenimenti.Fra i giovani di fervido ingegno, e d’eminente patriottismo che l’isola d’Ischia ha prodotto, si distinguevanel 1799 Filippo di Lustro, alla cui famiglia, per distinguerla dalle altre di simil casato, avevanoaggiunto l’agnome di Partejusto, agnome che più del prenome specifica le persone e le famiglie nelleisole d’Ischia e Procida.Era questo giovine nativo di Forio, studiava legge in Napoli per avviarsi alla carriera del foro. Quandoscoppiò la rivolta si votò alla patria, e cogli altri giovani bollenti d’età, d’ingegno, e patriottismo sispinse nella rivoluzione.Tramutatasi la scena politica, si sottrasse al macello, e con tre suoi amici, ricoverossi nella sua terranatale, nascondendosi in una casa rurale alla contrada Sangiuliano.Questi tre compagni erano, l’architetto Filippo Fasulo, parente a quel Nicola Fasulo ch’era stato unode’ venticinque membri del governo provvisorio nominato da Championnet il 22 Gennaio 1799, glialtri erano i due fratelli Manna figli della distinta signora Napoletana D. a Marianna vedova Manna.Impazianti in una vita piena di sospetti e di pericoli, non sicuri nel precario nascondiglio; deciserotentare di partire, per lo che venne noleggiato il gozzo di un tal Penzone pescatore del <strong>La</strong>cco, ed imbarcatisisu quel piccolo legno, approdarono senza alcun sinistro a Terracina, da lì si condussero a Civitavecchia,onde trovare un imbarco per la Francia, unica terra ospitale ai patrioti europei in quei tempi diconflagrazione universale.Già gli avvisi per ogni dove avevano preceduti gli alti compromessi politici, ed i loro connotati trovavansifra le mani degli Agenti-Consolari del Borbone, risedenti negli Stati nemici della libertà deipopoli; in modo che appena giunti in Civitavecchia tre di essi, Fasulo ed i due fratelli Manna venneroriconosciuti, e tosto arrestati; non accordandosi dritto di asilio ai rei politici dal governo pontificio.Il di Lustro Partejusto previsto avea il caso, e travestitosi da marinaio dei paranzelli foriani, che attivotraffico mantenevano con quella piazza, ove importavano il vino del loro paese, non volle scendere aterra; si mantenne nel porto mostrandosi intento a guidare un piccolo navicello; battendo i remi con130

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